Il viaggio di Education Around tra i sistemi educativi del mondo continua, portandoci in Lettonia!
Attraverso la testimonianza di Estere, una studentessa di medicina lettone che è stata in Italia per un anno grazie al programma Erasmus+, oltre ad alcuni dati e valutazioni sulla qualità dell’educazione di questo paese avremo l’occasione di scoprire come funziona il sistema educativo in un’altra parte d’Europa.
Una scuola pubblica di prima scelta
La Costituzione lettone, la più longeva costituzione dell’Europa orientale in vigore e la sesta costituzione repubblicana nel mondo, all’articolo 112 afferma:
Ognuno ha diritto all’educazione. Lo Stato deve assicurarsi che ogni cittadino possa accedere all’educazione primaria e secondaria senza oneri economici. La scuola primaria è obbligatoria.
Il diritto è effettivamente garantito, con 755 scuole pubbliche di 815 totali in tutto il Paese.
La scuola pubblica in Lettonia non è solo diffusa, ma è anche preferita: Estere racconta che solitamente l’istruzione privata non si considera neppure come un’opzione, in quanto quella pubblica non ha costi ed è di qualità generalmente migliore.
Tra le scuole pubbliche non mancano istituti di eccellenza, come il Riga State Gymnasium No. 1, che Estere stessa ha frequentato. È la più antica scuola dei paesi baltici, oggi rinomata nell’ambito delle scienze naturali, della matematica e dell’informatica.
É regolarmente considerata la migliore scuola del Paese e i risultati dei suoi studenti e delle sue studentesse nell’esame finale sono i migliori. È stata anche la prima scuola ad offrire l’IBO nella stessa regione.
Il tasso di ammissione al Riga State Gymnasium No. 1 è uno dei più selettivi, con nove candidati e candidate che competono per ogni posizione: il test di ammissione è una modalità selezione applicata nelle scuole pubbliche che vale esclusivamente per gli istituti più gettonati.
In Lettonia la residenza non è un elemento che determina l’ammissibilità a un istituto, in risposta a una necessità di equità che sarebbe altrimenti messa a rischio dal fatto che la gestione delle scuole è altamente decentralizzata. Infatti, il 64% di tutte le decisioni amministrative e 3/4 dei fondi per le scuole primarie e secondarie sono di competenza dello staff della singola scuola e il 90% di quelli per le scuole dell’infanzia sono gestiti dai comuni.
Struttura del sistema educativo: un paragone con l’Italia
In Lettonia, spiega Estere, il percorso educativo è suddiviso in scuola dell’infanzia (fino ai 6/7 anni), scuola elementare (fino ai 10/11 anni – 1st to 4th grade), scuola media (fino ai 15/16 anni, che conclude la scuola dell’obbligo – 5th to 9th grade) e scuola superiore (fino ai 18/19 anni – 10th to 12th grade).
A circa nove anni c’è un primo esame, chiamato diagnostico, che valuta matematica e lingua lettone; tre anni dopo vi è un secondo esame diagnostico che oltre a queste due materie valuta anche le scienze naturali; alla fine della scuola media vi è l’ultimo esame diagnostico, alla cui valutazione vengono aggiunte anche storia e inglese.
Come in Italia, alla fine della scuola superiore si sostiene l’esame di stato: le materie valutate sono matematica, lettone, inglese e un’altra materia a scelta.
C’è grande variabilità nell’età degli studenti e delle studentesse all’interno delle classi, determinata dall’età di accesso scolastico che dipende dal mese di nascita e dalle competenze in ingresso. Il tasso di bocciatura è molto basso e continua a diminuire negli anni.
Estere racconta che il sistema di valutazione si sviluppa su una scala da 1 a 10, in cui la soglia di sufficienza è al 4, salvo scuole dove la soglia può essere più elevata. Alla fine dell’anno il voto di uscita equivale alla media dei voti conseguiti durante l’anno.
A fronte della sua esperienza, per Estere il sistema di valutazione universitario italiano è stato complesso da interpretare. Afferma:
«In Lettonia abbiamo solo 10 voti, e ciò mi sembra ragionevole. Certo qualche volta potrebbe essere utile avere una valutazione intermedia, ma in generale 10 punti sono abbastanza. 30 punti… così tanti… contando tutto quello che è sotto il 18 non conta neppure! Perché non usarne solo 12 o 15 allora?»
Scelta scolastica: un punto di debolezza o un passo avanti verso l’equità?
Il percorso scolastico in Lettonia è comune per tutti e tutte fino alla fine della scuola dell’obbligo.
Solo negli ultimi tre anni di scuola superiore è possibile orientare il proprio percorso verso una formazione professionale oppure continuare con l’istruzione accademica.
Una volta compiuta questa scelta, non c’è reale differenziazione nei programmi scolastici offerti dai vari istituti, se non rispetto alla qualità dell’insegnamento.
Per questo è possibile affermare che in Lettonia non avviene una vera e propria scelta scolastica determinante come in molti altri paesi, tra cui l’Italia e il Regno Unito.
Estere racconta che alcune persone ritengono una debolezza il fatto di non potersi specializzare già durante la scuola secondaria, nell’ottica di una minore preparazione per l’università. Al contrario, questo aspetto è valutato molto positivamente nel report del 2020 sulla Lettonia dell’OECD come elemento che assicura l’equità.
Non è banale valutare questo fattore in un sistema scolastico: una ricerca sul legame tra scelta scolastica ed equità ha rilevato che la prima non è né il problema né la soluzione al problema dell’equità e della qualità. Al contrario, l’elemento che sembra giocare il ruolo più importante è la cornice in cui essa viene compiuta. Dovrebbero infatti essere garantite le condizioni per una scelta reale, rilevante e significativa. Non solo: è anche molto importante avere un punto di partenza omogeneo. Sempre secondo questa ricerca, l’autonomia di gestione scolastica e la professionalità di insegnanti e presidi sono fondamentali per l’equità (caratteristiche che la scuola lettone possiede).
Un ulteriore elemento di equità caratteristico di questo sistema scolastico è la maggiore allocazione di fondi alle scuole svantaggiate: tra i 70 paesi considerati nella ricerca la Lettonia è in assoluto il più virtuoso, proponendo anche politiche che spingono gli insegnanti più preparati a lavorare in istituti svantaggiati.
Vi è invece una forte disparità di genere: il 30% dei soggetti di sesso maschile ha un titolo universitario, contro il 54% di quelli di sesso femminile.
Lo sguardo di Estere sulla sua esperienza
Ciò che appare più evidente dalle parole di Estere è l’entusiasmo per il percorso scolastico che ha potuto intraprendere. È molto orgogliosa dell’istituto che ha frequentato, che ritiene le abbia aperto moltissime possibilità per la formazione universitaria e le abbia dato l’occasione di incontrare tante persone molto motivate e intelligenti.
Le competenze più significative che porterà con sé durante gli anni sono la capacità critica e quella organizzativa, che le permettono di valutare quali siano le sue priorità. Ha inoltre sviluppato abilità comunicative ed empatiche.
«Ne sono così grata – grazie a questo sono molto più motivata a raggiungere i miei obiettivi»
Estere racconta di aver ricevuto gli insegnamenti più preziosi durante il corso di inglese, perché è stata l’occasione di leggere alcuni dei libri fondamentali per la sua formazione: La fattoria degli animali di G. Orwell, Il cacciatore di aquiloni di K. Hosseini, o Il grande Gatsby di F.S. Fitzgerald.
«Dopo aver letto ogni libro ne discutevamo insieme, e lì ho compreso che la vita non è solo bianca o nera… queste lezioni mi hanno aperto la mente, e non sono state preziose solo per l’aspetto meramente didattico, ma perché hanno forgiato la personalità mia e dei miei compagni».
Questa riflessione rende chiaro che il vero valore della scuola, quello che rimane nel tempo, non è far imparare nozioni agli studenti, ma formare nel vero senso della parola: senso critico, intelligenza emotiva, resilienza, empatia, senso di comunità.
Conclusioni
Da questo primo sguardo sul sistema scolastico lettone non è difficile trarre conclusioni positive. È un sistema che funziona, gratuito, vicino alla comunità per amministrazione, che riduce le disuguaglianze rendendo la scuola obbligatoria uguale per tutte e tutti.
Estere ha descritto la sua esperienza in una scuola di eccellenza, dove sembra evidente che la qualità della formazione non emerga solo dai risultati degli esami, ma dall’educazione che riesce a offrire a livello umano. Al Riga State Gymnasium No. 1 Estere non ha solo avuto una buona istruzione istituzionale, ma ha forgiato la sua personalità come individuo, all’insegna della comunicazione e del pensiero critico.
La speranza è che questa eccellenza non sia mai un privilegio, ma che sia garantita a tutte e tutti. Su questo la Lettonia ha ancora strada da fare, anche se segnali come l’allocazione di fondi maggiori a scuole svantaggiate fanno certamente ben sperare.