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Filosofia: passato o futuro?

Oggetto di continue critiche sulla sua inadeguatezza nel seguire le richieste della società del 21esimo secolo è la laurea in filosofia. Questo pregiudizio nei suoi confronti è una prerogativa tutta Italiana, di paese che talvolta fatica a guardare al di là della semplice analisi su ciò che è noto, per soffermarsi su quello che verrà. Già nel 1986, al contrario, il “The New York Times” intervistava il Dr. Clark Glymour (University of Pittsburgh) nei riguardi dell’assoluta necessità di filisofi per la società che verrà, sottolineando il bisogno delle conoscenze e capacità che gli studenti di questa disciplina dimostrano, nella futura interazione tra società, macchine ed individui. Si parlava, per le prime volte, di intelligenza artificiale e delle sue implicazioni.

Derisi prima, ricercati ora, i filosofi trovano, ancora, una rivalsa persino in Silicon Valley, dopo che Stanford ne abbia evidenziato l’importanza non solo per l’utilizzo della logica nella risoluzione dei problemi ma, soprattutto, per la problematizzazione di soluzioni troppo semplici. Leggete “If Aristotle Ran General Motors: The New Soul of Business*”, se credete che sia uno scherzo.

La verità è che anche l’Italia inizia ad andare in questa direzione, anche se troppo lentamente. Il neo-nato master in “Competenze Filosofiche per le Decisioni Economiche” della Cattolica ne è un esempio, come anche la giovanissima triennale in “Philosophy, International Studies and Economics” di Ca’ Foscari, ispirata ai noti “PPE” (Philosophy, Politics and Economics) delle storiche università d’oltremanica, lauree note per aver formato una larga fetta della classe dirigente britannica. Chapeau, ma purtroppo non è abbastanza.

Dobbiamo investire come sistema paese verso una specializzazione professionale di questa disciplina, con l’ampliamento di un offerta pubblica che vada nella direzione non solo della risoluzine di problemi aziendali ma, soprattutto, nella risoluzione di problemi tecnologici. La logica filosofica è alla base degli algoritmi, basi, a loro volta, dell’intelligenza artificiale. Sogno un’offerta universitaria in cui possa non esserci un trade off tra matematica e filosofia, che prepari future eccellenze italiane a competere nel panorama internazionale, cercando di far comunicare tra loro discipline in cui, eccellenze, lo siamo già (anche se non riusciamo a dimostrarlo al mondo).

* Traduzione: “Se Aristotele dirigesse General Motors: la nuova anima del Business”

2 Comments

  1. Malgrado mi trovi spesso a deridere i filosofi perché la cosa mi soddisfa dal profondo, non posso che essere d’accordo con ogni parola. Secondo me il motivo per cui in Italia si ritiene la laurea in filosofia inadeguata valle richieste della nostra società è perché si tende a confondere la filosofia con la storia della filosofia, la seconda è un grande mezzo per la prima ma non si deve pensare che studiare filosofia voglia dire fare rifornimento del pensiero di altri.
    Concludo dicendo che se l’italia non fosse penultima nell’ UE per numero di laureati (sopra solo alla Romania di un misero 0,4%) forse ci sarebbe più senso comune sui contenuti e l’utilità di quello che si studia all’università in generale.

  2. Da studentessa di Filosofia (triennale in corso a Bologna) mi trovo d’accordo. Anche Bologna ha, dall’anno scorso, ampliato l’offerta formativa, tanto da creare un programma “a Y” per sdoppiare secondo e terzo anno in due curriculum, uno più teorico e l’altro piu pratico. Filosofia non è mai storia della filosofia, ma dialogo costruttivo con autori che ancora hanno molto da comunicarci stimolando la nostra riflessione.
    Trovo forse una piccola pecca in questo articolo: si, i filosofi sono utili all’intelligenza artificiale, ma spesso chi sceglie questi studi non ha una mente solo logica o non ha (come me e molti altri) l’intento di approfondire una materia prettamente formale/matematica. Spero invece che la filosofia sia sempre più utile al fine di normare quelle situazioni economiche, sociali, ambientali che stiamo affrontando in anni di rivoluzione tecnologica rapidissima: il nostro rapporto con la macchina, il limite dello scienziato bei confronti della vita, i limiti dell’uomo nei confronti dell’ambiente, dei suoi simili…

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