Settimana scorsa erano dieci anni dal suicidio dello scrittore americano David Foster Wallace. Lo si ricorda per Infinite Jest, per molti il suo capolavoro, ma anche per Il re pallido, per il suo stile di scrittura ipnotico e il suo modo provocatorio e maniacale di descrivere la realtà.
Meno famoso è il discorso fatto ai laureati al Kanyon college nel 2005. In America i discorsi di questo tipo sono una tradizione e hanno in un certo senso un loro format: si invita una persona celebre e le si fa fare un discorso ispiratore o motivazionale agli studenti durante la celebrazione della laurea. Essendosi suicidato, forse, a posteriori, può non sembrare una scelta troppo ragionata da parte del Kanyon college. In realtà DFW si scarica delle pretese del suo ruolo di motivatore e dà un solo consiglio. Ciò che ne è uscito è onesto, e a modo suo di ispirazione.
Il discorso inizia con una breve parabola:
<<ci sono questi due giovani pesci che nuotano e per caso incontrano un pesce più vecchio sulla loro strada, che gli fa cenno e dice loro: “giorno, ragazzi. Com’è l’acqua? “I due pesci nuotano per un po’, poi uno guarda l’altro e dice: “Ma cosa diavolo è l’acqua?”>>
Ciò sembra dirci due cose: la prima è che ‘nelle trincee della vita adulta’, come le chiama, si sperimenta la vita normale. La seconda è che questa vita normale, se glielo permettiamo, è ovvia e banale: appunto la noia della trincea, l’acqua per il pesce. Come evitare di rendere la noia lo sfondo della nostra vita? La risposta fornita da DFW è questa: evitare di vivere in modalità di default, nonostante ci venga molto facile e siamo invitati a farlo da tutto e tutti. Vivere in modalità di default vuol dire vivere come ci sembra naturale fare, ossia rapportando tutto a noi, secondo la nostra prospettiva, con il nostro bagaglio di conoscenze e pregiudizi incancreniti. Siamo tutti colpevoli di fronte a quest’accusa, ma siamo anche tutti liberi di fare diversamente.
<<Se impari davvero a prestar attenzione, ti accorgerai di avere più opzioni. Sarà in tuo potere vivere una situazione infernale da consumatore medio, calda, lenta e affollata non semplicemente come sensata, ma sacra, che brucia con la stessa forza che ha fatto le stelle: amore, amicizia, e unità mistica e profonda.>>
Saper rivolgere l’attenzione alle cose giuste è più importante del sapere-che. Lo è sempre stato e lo è sempre di più in tempi in cui l’accesso ad internet è alla portata di tutti. Vedere la realtà da un punto di vista terzo, altro rispetto a quello di default, giocare con l’immaginazione e tirare ad azzeccare forse è ciò che ci tiene vivi.
In una società dove su Reddit, sito che si pubblicizza come homepage di internet, alla domanda di un utente: Se fossi un dittatore, quale sarebbe la cosa più futile che puniresti con la morte? una delle risposta con più voti dice: <<slow people walking slow as FUCK in front of me>> DFW tocca un nervo scoperto, è rilevante.
Quando sentiamo dire che l’educazione umanistica, non ci darà lavoro, ma insegna a pensare, di cosa si sta parlando se non di questo imparare a farsi da parte rispetto a se stessi, per vedere di più e meglio? Più facile a dire che a farsi, certo:
<<Dobbiamo ricordarci continuamente che questa è acqua, questa è acqua, è inconcepibilmente difficile da fare, rimanere coscienti e vivi nel mondo adulto, giorno dopo giorno. Il che significa che un altro cliché è vero: la tua educazione è veramente il lavoro di una vita. E comincia ora.>>
Abbiamo iniziato dicendo che il discorso di DFW non è il tipico discorso motivazionale d’occasione, e che ridotto all’osso si limita ad un consiglio. Mi sembra lo si possa riassumere così: dai una chance all’ovvietà che ti circonda. (a partire da questa frase)
Francesco Fanti Rovetta
L’intervento completo lo trovate qua
Traduzione dall’inglese a cura mia