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2018, l’anno “boom” per Erasmus+

Se lo stato di salute delle istituzioni politiche europee non sembra dei migliori, più roseo pare essere il bilancio che possiamo trarre del celebre programma europeo di mobilità Erasmus+. In base ai dati forniti dall’Agenzia INDIRE, si è infatti registrato un aumento di 1500 studenti partiti nel 2018 rispetto all’anno precedente, raggiungendo così la quota di 38mila mobilità in partenza. 26mila sono invece gli studenti stranieri ospitati negli atenei italiani. Un quadro positivo che potrebbe vedere ulteriori miglioramenti nel 2019, visto che il budget aumenterà sino a superare i 79 milioni di euro destinati all’Erasmus+ nel nostro Paese.

Altrettanto positivo è il risultato degli atenei italiani nella classifica TOP 10 delle università per numero di studenti in partenza: prima in Europa l’Alma Mater di Bologna (con quasi 2800 studenti in partenza) e, dopo gli atenei spagnoli di Granada e Complutense di Madrid, seguono Padova, Roma La Sapienza e Torino. L’ateneo bolognese conferma la sua forte internazionalizzazione conquistando il primato anche nella classifica europea degli studenti in arrivo, nella quale figura anche il Politecnico di Milano al nono posto.

Classifica TOP 10 Università di destinazione e di provenienza | Fonte: Agenzia INDIRE, 2018

L’incremento dei partecipanti e dei fondi Erasmus+ non riguarda soltanto la mobilità interna all’Unione, ma anche quella verso paesi extra-UE con un incremento del 12% del numero delle mobilità. Le principali novità nell’ambito della mobilità extra-UE riguardano l’introduzione del tirocinio e l’aumento del contributo a 700€ mensili per gli studenti in partenza.

Oltre all’aumento dei numeri, si fanno strada anche nuove opportunità e collaborazioni proposte nell’ambito del programma Erasmus+, in particolare si parla dell’avvio di master congiunti tra Unione Europea e Giappone e dell’ingresso ufficiale della Serbia nel sistema Erasmus+. Questi nuovi programmi non solo rappresentano un punto cardine politica estera europea nell’ambito della cooperazione accademica, ma dimostrano anche l’aspirazione transcontinentale del programma Erasmus+.

In questi tempi, in cui gli europeisti trovano motivo di preoccupazione nelle imminenti elezioni europee del 2019 -in cui il ruolo delle forze euroscettiche potrebbe mettere in seria difficoltà l’avanzamento dell’integrazione europea- un segnale di speranza per il sogno europeo sembra provenire dal mondo accademico e della mobilità internazionale. In particolare la salvezza del progetto europeo potrebbe avere un nome: Erasmus+.

Ma cos’è che spinge così tanti giovani a mettere in pausa la propria quotidianità in favore di un’esperienza all’estero? Leggi l’articolo su questo tema a cura di ESN Italia.

 

FONTI

 

Immagine di copertina tratta da: Google immagini.

 

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