Nei nostri ranking abbiamo deciso di dare grande importanza alla preparazione per il mondo del lavoro delle diverse facoltà che ogni anno analizziamo. Guardando i dati ci accorgiamo che questi ripercorrono le differenze strutturali dei territori e allora sorge spontanea la domanda: stiamo valutando la preparazione offerta dall’università o stiamo valutando la situazione economica del territorio su cui sorge l’università analizzata?
Lungi da me provare a separare l’università dal territorio sul quale sorge, ma è necessario affrontare la questione che le università di uno dei paesi più industrializzati al mondo non possono limitarsi alle reti locali ma devono inserirsi all’interno delle reti globali del valore, staccandosi quindi dalle dinamiche prettamente territoriali. D’altro canto l’università riflette su molteplici livelli il territorio che le offre la linfa vitale, siano essi contatti con il mondo produttivo, personale, possibilità di finanziamento o ciò che davvero rende le università tali, gli studenti.
D’altronde è nettamente più semplice agganciarsi alle reti globali se esse sono già disponibili sul territorio, la faccenda si complica se qualcuno obiettasse che l’università dovrebbe farsi motore della costruzione di queste reti. Ma a questo punto dovremmo domandarci se effettivamente è davvero un driver del territorio o se si limita invece a specchiare la realtà già presente. Questo punto fa parte di quella che viene chiamata terza missione, che si inserisce accanto ai due core business di ricerca e didattica e rappresenta la promozione sul territorio dei risultati ottenuti dall’università.
Vi sono molteplici modi in cui un’università può promuovere il territorio, tra questi spicca la questione del trasferimento tecnologico (di cui abbiamo parlato in una puntata del nostro podcast, Accademico), ma anche un lavoro di sviluppo culturale e sociale sul quale i privati investono meno e l’università si deve prendere maggiore carico.
L’internazionalizzazione non è solo mobilità degli studenti
Un limite della disponibilità dei dati di AlmaLaurea è che permettono di valutare in questo senso solo il tasso di studenti che trascorrono periodi all’estero. È utile per mantenere il nostro focus sul leggere le università dal punto di vista dello studente, per il quale spendere un periodo all’estero è un’ottima occasione di crescita e confronto come spiegano Ilaria Salvino e Serena Daoli nel loro articolo sul tema.
A livello complessivo, tuttavia, vengono così tralasciati degli aspetti decisamente importanti del processo di internazionalizzazione. A fianco dei contratti one-to-one che permettono agli studenti di muoversi tra diverse università esistono infatti accordi di ricerca e consorzi di università che permettono di scambiare buone pratiche, consolidare i rapporti che possono aiutare le università su molteplici livelli: basti pensare all’importanze dei network universitari per attrarre fondi destinati alla ricerca.
A questi bisogna aggiungere gli accordi che le università possono stringere con il mondo dei privati, sia per scopi di ricerca, sia per proporre agli studenti stage e assunzioni con un respiro globale. Su questo punto si fonda l’idea che l’università possa essere un attore fondamentale nella creazione di reti globali di cui possano beneficiare gli studenti – in primo luogo – ma anche il territorio stesso dove sorge l’università. Le università, come istituzioni radicate in un territorio, possono giocare un ruolo fondamentale nella “glocalizzazione”, promuovendo l’interazione tra fattori globali e locali.
Università e occupazione
Dati ISTAT – https://www.istat.it/it/files/2020/07/Livelli-di-istruzione-e-ritorni-occupazionali.pdf
Questo grafico mostra come le università del nord Italia garantiscano un’occupabilità maggiore, afronte di una composizione eterogenea del mercato del lavoro lungo la Penisola: un mercato più attivo nelle regioni settentrionali, in quelle meridionali vede invece premiata l’istruzione terziaria.
Probabilmente se territorializzassimo i dati relativi all’occupazione tenendo delle differenze di occupazione generali nei territori che analizziamo, i le nostre classifiche cambierebbero molto, dando enfasi ai grandi risultati che le università portano soprattutto nei territori più svantaggiati. Sarebbe però sbagliato far scontare ad altre università il fatto di sorgere su un tessuto economico favorevole, tessuto che le stesse università contribuiscono a mantenere florido, fornendo il capitale umano e di conoscenza necessario affinché le imprese possano essere competitive.
È il caso di notare che abbiamo deciso di non considerare gli stipendi medi come criterio dei nostri ranking, proprio per non enfatizzare differenziali di potere d’acquisto causati da fattori territoriali e non direttamente legati al percorso di studio.
Conclusioni
Nonostante le criticità evidenziate continueremo a considerare le prospettive lavorative un punto fondamentale nei nostri ranking, evidenziandolo soprattutto nella nostra interazione con il mondo accademico, ma meno nel rapporto con studentesse e studenti che devono scegliere l’università più adatta dove continuare i propri studi. A loro abbiamo pensato negli ultimi tre anni di lavoro sulla metodologia e di analisi.
Come la valutazione durante un percorso di studio non è fine a sé stessa ma deve spingere al miglioramento, allo stesso modo la nostra valutazione sulla questione lavorativa vuole spingere le università che mancano ancora di reti globali a costruirle, per il bene dei propri studenti e per il bene del proprio territorio.
La nostra valutazione non vuole diminuire il ruolo delle università che sorgono in territori meno economicamente attivi, ma vuole essere uno spunto affinché esse assumano il ruolo di driver economico del territorio. Compito oneroso e complesso, forse impossibile da molti punti di vista, ma il tentativo di raggiungerlo non può che portare effetti positivi.
Un fondo de caridad. A menudo las fundaciones están dispuestas a ayudar con la compra y entrega de medicamentos en Rusia, ya que es legalmente posible. Esta opción se aplica tanto a los medicamentos registrados como a los no registrados. Sin embargo, para recibir este tipo de medicamentos tendrá que presentar documentos Plantas y hierbas que confirmen la necesidad de este medicamento en particular, así como recibir el permiso del Ministerio de Sanidad.