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La digitalizzazione come strumento abilitante

Di Alessandro Veneri

Il processo di digitalizzazione della scuola ha subito una brusca e forzata accelerazione negli ultimi due anni, sull’onda dell’emergenza pandemica. Alla luce delle marcate differenze rilevate nella didattica sugli assi geografico (nord-sud, ma non solo) e socio-economico, si impone una riflessione sulla portata di tale cambiamento. In particolare, esamineremo la digitalizzazione come strumento abilitante per lo studente.

Una premessa è doverosa: a differenza dell’anno scolastico appena trascorso, sembra remota la possibilità di nuovi lockdown – non solo grazie ai progressi compiuti da un punto di vista sanitario, ma anche per una rinnovata consapevolezza che chiudere nuovamente le scuole sarebbe il preludio a un definitivo disastro generazionale. Il ricorso a strumenti digitali per l’apprendimento sarà dunque più ristretto rispetto all’ultimo anno e mezzo, ma continuerà ad accompagnare la didattica assistendo gli studenti in isolamento e trovando possibilmente conferma in specifiche attività. 

Quali sono i benefici?

Il Digital Education Action Plan (2021-2027) dell’Unione Europea si apre illustrando tre vantaggi della didattica digitale: la diversificazione dei destinatari dell’apprendimento, una maggior flessibilità e inclusione, e il favorire forme di comunicazione interattive e attrattive. La flessibilità dello strumento permette allo studente in isolamento di beneficiare della didattica offerta ai compagni in presenza, ad esempio. L’inclusione ha come presupposto la disponibilità di device e infrastrutture adeguate, elementi inversamente correlati con le condizioni socio-economiche degli studenti e delle comunità in cui si trovano (Pew Research). In questo senso, l’inclusività del digitale rifletterebbe solamente una minor disparità sociale, raggiunta a suon di investimenti desiderabili a prescindere.

Il tema dell’inclusione assume una nota ben diversa quando l’educazione digitale diviene strumento per eccellere domani. È indubbio che i profili professionali del futuro dovranno dimostrare una padronanza tecnologica sempre maggiore; in questo senso, garantire competenze digitali diviene un importante canale di eguaglianza sociale, fornendo opportunità di crescita svincolate dalle condizioni reddituali di partenza. Colmare il “digital gap” si traduce dunque in beneficio principalmente a medio-lungo termine, rivendicando la tradizionale aspirazione di scuola come ascensore sociale.

Una distinzione appare decisiva: quella tra la digitalizzazione degli strumenti educativi e l’impartizione di competenze digitali. La prima si è spesso tradotta in una mera traslazione delle tecniche di insegnamento tradizionali, portando a scarsi risultati, come illustrano i recenti risultati Invalsi, dove il calo più brusco nelle performance scolastiche è stato rilevato proprio nelle fasce di età maggiormente esposte alla cosiddetta DAD. La seconda necessita di una profonda rivisitazione dei curricula, e mette a nudo il problema delle competenze digitali del corpo docente, che devono andare ben oltre la dimestichezza con piattaforme di didattica a distanza. Il punto di incontro riguarda inevitabilmente i device: non solo mezzi per seguire la lezione da casa, bensì veri e propri strumenti di apprendimento, sussidiari digitali per esercitare le competenze del nuovo millennio. Su questo fronte, la partita dell’inclusione si deve giocare fin da subito.

Torniamo infine al terzo vantaggio della didattica digitale, quello di favorire forme di comunicazione interattive e attrattive. È una possibilità per la scuola di adattarsi al mondo, caratterizzato da capacità di attenzione collettiva in declino e mutevoli attitudini cognitive, legate sempre più a doppio filo con la tecnologia. In altre parole, per mantenere la trasmissione di conoscenze e know-how in un contesto diverso, la didattica deve rimanere al passo.

La potenzialità abilitante della tecnologia passa dunque da molteplici fronti. L’impatto può essere immediato, come dimostrato da alcune piattaforme di apprendimento online, che fungono da tutor gratuito per gli studenti meno abbienti e offrono un supporto prezioso in ottica di didattica integrata. La digitalizzazione dell’insegnamento è stato un passaggio obbligato che ha permesso di sopperire alla mancanza della scuola in presenza in un momento storico peculiare come quello che stiamo affrontando. Il definitivo enabling tuttavia passa attraverso l’impartizione di competenze digitali: è questa la vera miniera cui gli studenti devono poter attingere, per diventare protagonisti delle sfide di domani.

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