Tra D’Annunzio ed il Marketing

Quante volte ho sentito dire, durante il liceo, che il latino fosse una lingua morta e che non avesse senso studiarla. Altrettante volte ho sentito dire da compagni ed amici che non avesse senso studiare filosofia o che la letteratura inglese non avrebbe aiutato una volta all’estero, nel bisogno di farsi comprendere al supermercato. Di fatto, non posso dare torto al me stesso di 5 anni fa o ad i miei colleghi liceali; non perché non sia giusto studiare Giotto, Joyce o Catullo, ma perché nessuno ce ne ha dimostrato l’utilità. Limitiamoci, per ora (ne parleremo in seguito), ad assumere che la teoria sia importante almeno quanto la pratica. Ma la pratica dov’è? Nel nostro essere diversi nei metodi di insegnamento, perché lo siamo rispetto al resto del mondo, non dobbiamo adattarci, dobbiamo innovare. Questo non vuol dire trasformare i nostri modelli di insegnamento in qualcosa di più pratico, bensì dare a questi modelli una finalità, un punto di arrivo ben visibile. Pensate a studenti liceali che, dopo aver studiato la poetica di Dannunzio, fossero chiamati ad ideare e scrivere il testo di una pubblicità -creatività, attenzione alla parola; studenti di filosofia a cui viene richiesto di analizzare una strategia politica e discuterne ovvero studenti di storia dell’arte che, come verifica, ideino una mostra nel museo della loro città: quali quadri o sculture, tra quelle studiate, ci metterebbero? Perché? Come promuovere la mostra e come, soprattutto, differenziarsi?  

Dare spazio alla creatività ed all’individualità non deve, per forza, essere qualcosa che si scontri con il bisogno, sacrosanto, di studiare il sistema della nostra conoscenza. Pratica e teoria possono e devono lavorare congiuntamente non soltanto per una migliore formazione dei nostri studenti. Ciò che deve essere fatto è motivare i liceali e dimostrare quale possa essere la realizzazione dei loro sforzi nello sviluppare la cosiddetta “cultura generale” che l’istruzione a 360° liceale italiana tanto si vanta di offrire. Nel mondo aziendale, è stato ampiamente compreso quanto la motivazione dei dipendenti influenzi le loro performance e centinaia di pratiche HR sono state, per questo motivo, create ed implementate. Sapendo che lo stesso è stato dimostrato per gli studenti, perché non investire in modelli motivazionali, nel periodo in cui di più in assoluto un investimento sulle proprie performance può fare la differenza per sé stessi? 

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