Run, Hide, Fight: 113 buone ragioni per non scherzare con armi e Salvini

Run, Hide, Fight: 113 buone ragioni per non scherzare con armi e Salvini

Esattamente due anni fa, ad inizio agosto 2016, arrivavo negli states per trascorrere un semestre presso la California State University di Long Beach (CA). Uno dei primissimi incontri della settimana di orientamento fu a tema mass shootings: cosa fare se qualcuno inizia a sparare nel campus. Innanzitutto, si scappa in direzione opposta agli spari. Poi, ci si nasconde in una stanza, un armadio, un bagno, cercando di serrare le porte per quanto possibile. Infine, se si viene scoperti e se proprio non ci sono alternative, si combatte per la propria vita. Il tutto è sintetizzato nella formula che per un’ora circa i tutor ci hanno ripetuto all’ossessione, così da ricordarla subito nel caos di una eventuale sparatoria: run, hide, fight! Considerando che solo due mesi prima, a circa 20 km di distanza, un dottorando di UCLA aveva sparato ad un professore nel suo studio per poi uccidersi (CNN, 2016), non era forse fiato sprecato.

Secondo uno scoop di Repubblica della settimana scorsa, il Ministro dell’Interno Matteo Salvini avrebbe firmato un patto con il Comitato Direttiva 477 nel quale si impegna a coinvolgere il comitato stesso in tutte le decisioni che riguardino, anche solo generalmente, l’utilizzo delle armi da fuoco (TPI, 2018). Il Comitato Direttiva 477 è un gruppo di interesse che rappresenta Firearms United (Confederazione europea dei possessori di pistole) e collabora con Anpam (Associazione nazionale produttori armi e munizioni), Conarmi e Assoarmieri (ibid). Salvini sostiene che “il quotidiano Repubblica riesce a inventarsi la qualunque, lo leggo con stupore, è meglio di Dylan Dog” e che non vuole nessuna piena liberalizzazione delle armi (Tgcom24, 2018). Resta il fatto che nessuna parte in causa smentisce l’accordo, e che anzi il Comitato – come riportato da fonti vicine agli interessi di cacciatori e armieri – afferma che l’accordo era in realtà “stato messo pubblicamente a disposizione di tutti i candidati di tutti gli schieramenti e non esprime un rapporto privilegiato con la Lega” (BigHunter, 2018). Tuttavia, secondo Repubblica l’accordo sarebbe stato firmato in piena campagna elettorale da 8 candidati della Lega, 2 di Fratelli d’Italia e 2 di Forza Italia (TPI, 2018). Inoltre, come riportato due mesi fa (in tempi non sospetti) dalla rivista di settore Armi e Tiro (2018), il presidente del Comitato Giulio Magnani aveva pubblicato un comunicato di congratulazioni a Matteo Salvini subito dopo il suo insediamento al Ministero.

Ora, io sono uno strenuo sostenitore del valore positivo del lobbying, ed anzi mi disturba il significato prettamente negativo che il termine lobby assume in Italia – nel resto d’Europa non è così. Che i decisori politici, nella loro attività legislativa, interpellino i gruppi di interesse coinvolgendoli in un dialogo costruttivo mi pare assolutamente lecito, fintanto che il processo è regolamentato e privo di favori economici di sorta. A Bruxelles, ad esempio, funziona piuttosto bene. In questo caso però sono il tema ed il contenuto dell’accordo che devono allarmare. Sebbene Salvini affermi di non volere un sistema americano dove si “vendono le armi dal tabaccaio” (Tgcom24, 2018), il fatto che la lobby degli armieri venga coinvolta nella riforma della legittima difesa lascia pensare che l’accesso alle armi (ed il loro utilizzo) venga semplificato. La posizione del ministro sul tema era chiara anche prima che la firma dell’accordo venisse alla luce: “se entri in casa mia in piedi ed esci steso te la sei andata a cercare” (Adnkronos, 2017).

Il tutto è da inscrivere nel quadro in cui nel solo 2017 il numero di richieste per il porto d’armi è salito del 13.4% ed il 39% dei cittadini italiani è favorevole all’introduzione di criteri meno rigidi per il possesso di un’arma da fuoco per la difesa personale (Censis, 2018). Già ora, secondo lo stesso rapporto Censis, è presente un’arma da fuoco nella casa di 4,5 milioni di italiani, e in quella di 700.000 minori. Ma realmente abbiamo la necessità di difenderci da soli, fatto che giustificherebbe questo aumento di armi in circolo? Assolutamente no: nel periodo 2008-2017 gli omicidi sono calati del 43.9%, le rapine del 37.6% ed i furti del 13.9% (ibid). In queste circostanze, c’era davvero bisogno di dare spazio al Comitato Direttiva 477 e di portare al centro del dibattito politico la maggiore libertà di utilizzo delle armi? Ma soprattutto, perché la cosa dovrebbe preoccupare tutti noi proprio a partire dall’ambiente della scuola e dell’università?

C’è un motivo se la prima cosa che ti insegnano quando arrivi in una università americana è come comportarti in caso di sparatoria. Negli USA, dall’inizio dell’anno ad oggi (Lunedì 23 Luglio), 40 persone sono state ammazzate e altre 73 ferite in una scuola o in una università tramite armi da fuoco, per un totale di 31 episodi. Ho calcolato il numero riferendomi alla pagina di Wikipedia List of school shootings in the United States, che riporta le fonti per ogni caso trattato. Altri documenti riportano numeri anche maggiori. Per quanto sia retorico, queste 113 vite spezzate o distrutte sarebbero un motivo sufficiente per essere duramente opposti alla proposta leghista. Perché in una buona parte dei casi, gli attentatori l’arma non l’hanno comprata dal tabacchino ma la avevano in casa, per legittima difesa. Custodita in camera dei genitori, nei molti casi in cui gli assassini erano studenti minorenni. Forse anche nascosta, ma non abbastanza bene.

Si sente dire molto spesso, oltreoceano, che il problema non è la disponibilità delle armi bensì l’instabilità mentale dei ragazzi in questione. Allora viene da pensare che solo in America gli adolescenti possano essere instabili, vendicativi, vittime di bullismo, emarginati o affetti da disturbi mentali, perché in USA la quantità di massacri scolastici (“school shootings”) è 57 volte superiore a quella di tutti gli altri paesi industrializzati messi insieme (CNN, 2018). Oppure forse sarebbe ora di iniziare a dar retta ai numeri e riconoscere che la cultura delle armi gioca la sua parte, come dimostra il fatto che l’Australia, unico paese ad aver avuto un problema comparabile a quello americano, dopo aver drasticamente limitato l’accesso alle armi nel 1996 ha visto il numero di omicidi tramite arma da fuoco ridursi ad un terzo, e proprio dal ’96 non ha più avuto un singolo episodio di massacro di massa (Independent, 2017).

A certificare poi il fatto che il problema dei ragazzi instabili non è solo americano giunge in aiuto la condanna (arrivata la settimana scorsa) a 10 e 12 anni di carcere per due quindicenni inglesi che pianificavano un massacro nel loro liceo dello Yorkshire, ispirandosi ad Eric Harris e Dylan Klebold, che nel 1999 compirono il massacro della Columbine High School, in Colorado (Guardian, 2018). Mi capitò qualche anno fa di guardare il video del massacro della Columbine, uno dei video più pesanti che mi sia mai capitato di vedere. Proprio da quelle immagini traspare la natura estremamente infantile, umana e comune di questi episodi: dopo aver ammazzato quattordici compagni di scuola ed insegnanti, trascinandoli fuori piangenti ed imploranti dai loro nascondigli e giustiziandoli sul posto, i due si inginocchiano e si puntano i fucili in bocca pronti a suicidarsi “al 3”. Se non che, prima di compiere il gesto, hanno un breve scambio in cui decidono se il grilletto vada premuto effettivamente sul numero 3 oppure subito dopo: “1, 2, boom or 1, 2, 3, boom?!”. È un’immagine che mi ha fatto impressione. Lo stesso dubbio mi è capitato di doverlo risolvere prima di fare un pari o dispari: si mostra il numero al 3 o subito dopo? E loro discutevano della stessa cosa, con un fucile puntato in bocca, nella biblioteca del loro liceo, in mezzo ai cadaveri.

Eppure, negli Stati Uniti, anche ora che i movimenti per il gun control sono più popolari che mai, pare che gli interessi della lobby delle armi prevalgano. Intanto viene inserita la possibilità, tra i corsi di aggiornamento per gli insegnanti, di ricevere lezioni di tiro (Corriere della Sera, 2018). E d’altronde, se devono portare una pistola in classe (come è permesso in 14 stati dell’unione) è meglio che la sappiano usare. A fronte di tutto ciò, sarò un buonista ma continuo a preferire che i nostri insegnanti seguano corsi di aggiornamento su nuovi strumenti didattici o modelli di insegnamento. Preferisco che agli studenti Erasmus che arrivano a Bologna o a Venezia venga spiegato in quali musei possono accedere liberamente e quali biblioteche usare, e non come scappare in caso di attentato. Aprire un dialogo con la lobby degli armieri e decidere di semplificare il possesso e l’utilizzo di armi da fuoco non mi sembra il modo migliore per tutelare queste piccole conquiste. Soprattutto in un momento in cui, dati alla mano, non ve n’è la necessità, e soprattutto non v’è la necessità di fomentare questa cultura delle armi che fortunatamente ancora non ci appartiene. Da una brevissima ricerca mi pare che in Italia non ci sia mai stato un massacro scolastico, ma non se sono certo perché non ho trovato nessuna pagina di Wikipedia con la lista delle sparatorie scolastiche in Italia. Ecco, mi piacerebbe non trovarla mai.

Fonti:

Adnkronos. (2017). Salvini: “Se entri in piedi e esci steso te la sei andata a cercare”. [Disponibile a: http://www.adnkronos.com/fatti/politica/2017/03/15/salvini-entri-piedi-esci-steso-sei-andata-cercare_oAlRJSFlSGirpWxuIFCDuI.html?refresh_ce]

Armi e Tiro. (2018). Il comitato si congratula con Salvini. [Disponibile a: http://www.armietiro.it/il-comitato-si-congratula-con-salvini-9765]

BigHunter. (2018). Salvini e gli impegni presi con armieri e cacciatori. [Disponibile a: http://www.bighunter.it/Fucili/ArchivioNews/tabid/214/newsid732/24107/Default.aspx]

Censis. (2018). 1° Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia. [Disponibile a: http://www.censis.it/7?shadow_comunicato_stampa=121167]

CNN. (2016). UCLA shooting: Murder-suicide occurs on campus. [Disponibile a: https://edition.cnn.com/2016/06/01/us/ucla-shooting-report/index.html]

CNN. (2018). The US has had 57 times as many school shootings as the other major industrialized nations combined. [Disponibile a: https://edition.cnn.com/2018/05/21/us/school-shooting-us-versus-world-trnd/index.html]

Corriere della Sera. (2018). Stati Uniti, corsi di tiro al poligono. Ecco l’aggiornamento professionale dei prof. [Disponibile a: https://www.corriere.it/scuola/maturita/notizie/stati-uniti-corsi-tiro-poligono-ecco-l-aggiornamento-professionale-prof-4c94c260-8b68-11e8-9286-fc73853597eb.shtml]

Guardian. (2018). Boys given 10 and 12 years for Columbine-style plot in Yorkshire. [Disponibile a: https://www.theguardian.com/uk-news/2018/jul/20/two-boys-given-10-and-12-years-for-columbine-style-attack-plot-yorkshire?CMP=fb_gu]

Independent. (2017). How murder and suicide figures plummeted in Australia after gun control laws were introduced. [Disponibile a: https://www.independent.co.uk/news/world/australasia/las-vegas-shooting-australia-gun-laws-control-stephen-paddock-2nd-amendment-nevada-firearm-a7980671.html]

Repubblica. (2018). Sulla legittima difesa il patto d’onore tra Salvini e la lobby delle armi. [Disponibile a: https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/07/15/news/salvini_lobby_armi-201871529/]

Tgcom24. (2018). Legittima difesa, M5s frena ma Salvini assicura: “No liberalizzazione armi”. [Disponibile a: http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/legittima-difesa-m5s-frena-ma-salvini-assicura-no-liberalizzazione-armi-_3152775-201802a.shtml]

TPI. (2018). Il patto che Salvini ha sottoscritto con la lobby delle armi. [Disponibile a: https://www.tpi.it/2018/07/16/salvini-lobby-armi/]

Wikipedia. (2018). List of school shootings in the United States. [Disponibile a: https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_school_shootings_in_the_United_States]

Immagine di copertina: disegno di Giacomo Danubio, Tex Willer in La città del male (2011).

[Immagine tratta da google immagini]

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