La creatività e l’esperire l’arte nelle sue molteplici forme svolgono un ruolo di fondamentale importanza per quanto concerne l’educazione olistica dell’individuo. In particolare, l’arte viene considerata dai pedagogisti contemporanei non tanto esperienza estetica a sé stante, quanto piuttosto come un mezzo adatto a sviluppare attitudini motorie, cognitive, emotive e relazionali. Dal punto di vista motorio, la produzione di elaborati artistici permette di implementare la coordinazione oculo-manuale e di prendere confidenza con gli utensili utilizzati e con la propria corporeità. Tale consapevolezza corporea risulta essere di estrema rilevanza nel momento in cui si considera il proprio corpo un mezzo attraverso il quale si fa esperienza del mondo. Il corpo è l’interfaccia tra il sé interiore e l’ambiente esterno, nonché strumento principe con il quale si può comunicare ed interagire con gli altri. Sottoporre, inoltre, un individuo alla creazione di oggetti artistici porta lo stesso a elaborare un progetto implementando una prospettiva multipla e la capacità di problem solving: durante la produzione artistica, il soggetto pensa al “perché” e al “come” di ciò che realizza, e nel momento in cui gli si presenta un problema nella costruzione dell’elaborato, egli organizza una serie di pensieri trasversali, i quali hanno come fine quello di identificare risposte differenti al quesito che egli ha dinnanzi.
L’arte, infine, è strumento che permette l’emergere della propria personalità, identità ed emotività. Non possedendo ancora del tutto padronanza del linguaggio verbale, per i bambini risulta essere prioritaria la possibilità di esprimersi attraverso colori e segni, i quali divengono simboli del loro universo emotivo recondito. La pedagogia del Novecento e dei nostri giorni si focalizza sulla necessità di considerare il bambino in modo olistico, poiché lo stesso deve essere riconosciuto nella sua complessità, e stimolato in quelle che sono le sue componenti peculiari. Affinché ciò sia possibile, è necessario rendere il bambino autonomo, libero di agire e di esplorare lo spazio circostante; inoltre ella sostiene l’importanza di creare ambienti “a misura di bambino” per incentivare l’autonomia e la libertà d’azione: questi ultimi sono elementi intrinseci al ben-educare del bambino e al raggiungimento del suo io. Il motto “aiutami a fare da solo” ci spiega chiaramente il forte desiderio del bambino di divenire protagonista attivo della sua vita e l’arte, in tale prospettiva, si inserisce a pieno titolo in questo percorso educativo. La creazione di un elaborato artistico presuppone un esperire del mondo esterno, un’interiorizzazione e rielaborazione dello stesso, e ne pone la realizzazione in un mezzo materiale. L’arte, in quanto processo avente valenza visiva, tattile e sensoriale, all’ interno dell’educazione risulta essere esperienza significativa ed emotivamente prioritaria nel processo di crescita del bambino. L’arte, in quanto disciplina trasversale, valorizza il soggetto nelle sue più diverse sfaccettature e dimensioni: il suo essere linguaggio universale permette al bambino di approcciarsi ad essa in modo originale e creativo, stimolando un pensiero critico, personale e divergente. Intuizione, libertà, ricerca, sentimento, pensiero e creatività divengono così finestre per osservare il mondo, conoscere sé stessi e, in definitiva, crescere.
Immagine di copertina: Kandinsky (1925), Giallo, rosso, blu.
Articolo di Anna Lazzari, studentessa di Economia e Gestione dell’Arte presso l’Università Ca’Foscari di Venezia.
BIBLIOGRAFIA
- Bermolen, L. Moretto, M. G. Dal Porto, Verso una pedagogia olistica: tecniche partecipative attive, Bulzoni, Roma 1993;
- W. Eisner, The Arts and the Creation of Mind, Yale University Press, Yale 2002;
- Montessori, Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini, edizione critica, Edizioni Opera Nazionale Montessori, Roma 2002.