Dare del tu o del lei?

Molte volte, nel corso delle scuole medie e superiori, mi sono sentita infastidita dal fatto di dover dare del lei agli insegnanti. Avrei preferito di gran lunga usare con tutti il tu, come fanno gli anglosassoni. Questa visione era (e credo sia tuttora) condivisa da altri studenti; e d’altronde, perché no? Sappiamo, dall’insegnamento dell’inglese, che un mondo in cui si dà del tu a tutti è possibile, addirittura diffuso; e sarebbe così maledettamente semplice farlo anche noi qui in Italia!

Ma poi ho frequentato la quarta superiore negli Stati Uniti, e devo ammettere che ora, dopo aver visto all’opera un modello di comunicazione informale tra alunni e docenti, la mia opinione a riguardo non è più la stessa. Negli USA ho iniziato a notare alcuni dettagli e atteggiamenti, o per meglio dire la mancanza di alcuni dettagli e atteggiamenti, che in Italia avevo dato per scontato, e che sono alle fondamenta della sempre strana e quasi mai facile relazione tra studente e insegnante. Ho visto come, sostituendo alla formalità di un lei il più amichevole tu, venga a mancare una sorta di separazione tra il piano di chi insegna e quello di chi è seduto al banco (separazione che una volta era efficacemente simboleggiata dal gradino sotto le vecchie cattedre). Non è detto che venga a mancare il rispetto per l’insegnante (credo che questo dipenda soprattutto da altri fattori, come il carattere o l’educazione precedente del ragazzo); ma sicuramente la figura del professore si avvicina a quella di un amico, a cui vuoi bene e che ti può insegnare qualcosa, ma che non ha autorevolezza. E un insegnante non autorevole (da notare: autorevole, non autoritario!) spesso finisce per perdere l’attenzione degli studenti non appena questi non sono interessati ad un argomento, e le sue parole verranno più difficilmente prese sul serio.

Sicuramente dare del lei crea una distanza, ma credo sia una distanza in qualche modo utile, se non addirittura necessaria. So che in molti considerano il lei un mero formalismo, inutile bagaglio di un passato che ormai non ci appartiene più. Ma io credo che le parole siano importanti, che descrivano il mondo come lo vediamo e che siano il mezzo tramite il quale con questo mondo ci relazioniamo. Un semplice lei può indicare che tra insegnante e studente c’è un rapporto che è diverso da quello che si crea tra pari, un rapporto, se vogliamo, privilegiato, un ambiente protetto in cui l’apprendimento è facilitato e quasi spontaneo.

Ho smesso da tempo, dunque, di considerare il lei un fardello, e ho iniziato a vederlo come un’opportunità, di cui i nostri colleghi anglosassoni sono privati radicalmente, perché la loro lingua, la loro visione del mondo non abbraccia la possibilità di una comunicazione diversa da quella tra due you. E il primo ambiente a risentire di questa mancanza è proprio quello scolastico, dove costruiamo gran parte di quella che sarà la nostra attitudine ad approcciarci ad un mondo di relazione con l’altro.

Immagine tratta da Google immagini

1 Comment

  1. Mah….,non ho fatto un’esperienza negli stati uniti,però se non credo il rispetto dipenda dal pronome di “cortesia”,che rende solo la lingua più complessa(oggettivamente lo è) . Inoltre usare proprio il pronome lei,aggrava le cose rispetto al voi (che si utilizzava in passato ed anche oggi in molte lingue), perché almeno era democratico,un pronome neutro che poteva essere declinato al maschile o al femminile tranquillamente (oltre ad avere una composizione più semplice).Poi da donna non mi piace che il pronome lei,non mantenga non mantenga il significato di pronome per parlare di un soggetto femminile,come il lui per un soggetto maschile.Quest’utilizzo inoltre sarebbe sbagliato,inquanto si parla al femminile anche quando si dovrebbe parlare al maschile (per non parlare del fatto che alle volte negli adattamenti risulta innaturale, perché utilizzato solo perché magari quel personaggio è il capo, anche quando magari,con il sottoposto invece ha un rapporto confidenziale).In definitiva, se proprio si vuole utilizzare un pronome di “cortesia”, preferisco il voi. Sinceramente però si può comunicare, anche meglio,se si considera che molti non utilizzano gli anche se parlano di un soggetto femminile (non che sia l’unico motivo per cui commettono questo errore, ma di certo non li aiuta a correggersi). Comunque sia,sino a quando si usa così,mi adeguo,per non passare da maleducata

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