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Education – from- Around. Interviste dal mondo #Charlotte

Studio Storia dell’arte, francese e italiano nel Regno Unito. Ho scelto questa combinazione perché sono affascinata dal modo in cui l’atto creativo ha giocato un ruolo centrale nelle civiltà e nelle culture umane lungo i secoli. Adoro immergermi in queste culture e scoprire in che modo costumi e credenze si siano manifestati sotto forma di oggetti d’arte tangibili. Sono anche affascinata dalle lingue : dalle somiglianze tra loro, dai diversi modi per esprimere se stessi in rapporto alle diverse culture, da come imparare una seconda o anche una terza lingua consenta di guadagnare un punto di vista interno a modi di vivere diversi. 

Trovo che studiare Storia dell’arte e Lingue moderne insieme mi offra un insieme considerevole di conoscenze linguistiche e culturali. Sono interessata alle persone per natura e sono fortunata poiché la mia esperienza universitaria mi consente di nutrire questo interesse ed esplorarlo più a fondo. 

L’internazionalizzazione è vitale per l’affermazione di pace e cooperazione su scala globale. Abbiamo bisogno di essere in grado di comunicare con persone  e culture diverse e di comprenderle, per vivere in una comunità internazionale fondata sulla pace. 

Il mio periodo di scambio con la Francia mi ha permesso di maturare una certa conoscenza delle altre persone. Vivere in una residenza studentesca con studenti internazionali di varia provenienza mi ha dato sentore delle differenze e delle somiglianze tra culture diverse, così come quelle che ci definiscono come persone e trascendono l’identità culturale.

La mia permanenza è stata interrotta dal Covid-19 ma durante i due mesi in cui sono stata lì, ho partecipato alla squadra sportiva dell’università che mi ha offerto un contesto diverso in cui interagire con gli studenti dell’università che mi ospitava. È stata un’occasione di valore per migliorare le mie competenze linguistiche e interculturali.

Non mi sono sentita abbandonata dalla mia università negli ultimi mesi, in sostanza. Il personale docente è eccellente e sta facendo un lavoro fantastico nel trarre il meglio dalla situazione e offrirci insegnamento e sostegno al meglio delle loro possibilità. Ad ogni modo, di recente c’è stato del malcontento nella comunità studentesca dovuto a due fattori. In primo luogo, gli studenti si sentono completamente lasciati a loro stessi per il rifiuto da parte degli uffici centrali di rinunciare ad una parte delle rette universitarie annuali pari a  £9,250, nonostante gli studenti abbiano la sensazione di non ricevere il servizio per cui stanno pagando: l’università online non vale il pagamento di una simile somma. In secondo luogo, gli studenti della mia università si sentono abbandonati per l’assenza di una politica di mitigazione accademica che riconosca le molte difficoltà nello studiare in un contesto segnato dal Covid-19 e impedisca agli studenti di ricevere voti più bassi di quelli che meritano. Credo che l’università possa fare molto per supportare i propri studenti in questo senso.


Le comunità studentesche possono assolutamente giocare un ruolo chiave in questa pandemia, soprattutto attraverso l’impegno di molti studenti come lavoratori essenziali nella loro comunità, come personale di accoglienza in prima linea e attraverso il volontario comunitario.


Ringraziamo Cecilia Bona, studentessa di Scienze Filosofiche presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, per la traduzione dell’intervista.

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