Mi chiamo Wiebke, ho 23 anni e l’anno scorso ho cominciato a frequentare un “pre-master” riguardante gli “Organization Studies” in un’università olandese. Sono laureata in Business Administration ma durante il master desideravo concentrarmi sull’aspetto comportamentale delle organizzazioni e dei gruppi, e ho quindi scelto di spostarmi da una prospettiva più economica a una più sociologica.
Ho frequentato la mia triennale non come studentessa a tempo pieno ma seguendo il format di studio affiancato al lavoro. Questa scelta mi ha dato l’opportunità di accumulare dell’esperienza lavorativa che certamente ora mi aiuta molto durante gli studi ma che è stata causa di momenti stressanti. Quindi studiare a tempo pieno è per me una nuova esperienza. Mi piace avere il tempo a disposizione per immergermi in temi interessanti e per pensarci in maniera più dettagliata. Inoltre godo ora di una flessibilità maggiore nello strutturare le mie giornate rispetto a quando lavoravo. L’aspetto più importante dello studio è però per me incontrare molte persone diverse e interessanti. Questo arricchisce la mia persona e le mie prospettive di vita.
Studiare presso un’università internazionale dal mio punto di vista permette di fare esperienza di altre culture e di imparare riguardo diverse prospettive. Vivo con due ragazze che sono a loro volta studentesse internazionali. Il più delle volte le nostre differenti provenienze non hanno influenza sulle nostre vite: viviamo insieme, mangiamo insieme e ci divertiamo insieme. Avere differenti background è allo stesso tempo molto interessante. Talvolta discutiamo su come siamo cresciute, su quali siano le differenze culturali che sussistono e su cosa invece abbiamo in comune. Dal cibo all’umorismo alla religione, impariamo molto le une dalle altre. Essendo io tedesca, è parecchio importante per me imparare che molte cose che do per scontate nella vita non lo sono affatto per molti altri. Certamente ne ero a conoscenza anche prima di questa esperienza, ma è in qualche modo differente imparare da amici o imparare da televisione e giornali. Già prima di arrivare nei Paesi Bassi ho avuto alcune esperienze internazionali al lavoro, ma è in qualche modo diverso imparare aspetti relativi agli altri Paesi in un contesto quotidiano, vivendo o studiando insieme, se lo compariamo con riunioni più formali al lavoro.
Ho l’impressione che l’università faccia del suo meglio per supportarci in questi momenti. L’università ci tiene informati e offre informazioni e supporto per studenti che ne abbiano bisogno.
Io mi sono trasferita in una nuova città durante la pandemia, dunque non è stato facile incontrare nuove persone. Ho però delle fantastiche coinquiline e non mi sono mai sentita sola. Essendoci molte opportunità per incontrare studenti online, abbiamo sviluppato una sorta di sentimento di gruppo con i ragazzi del corso. Tuttavia, sarebbe bello potersi incontrare di persona per poterci conoscere meglio. È un aspetto che mi manca e che spero sarà possibile recuperare presto.
Penso che le comunità studentesche giochino un ruolo importante in questi tempi. Nei Paesi Bassi, le comunità studentesche sono molto considerati, sia per i singoli corsi o dipartimenti sia per attività ricreative. Sono entrata a far parte di un’associazione sportiva che offre attività online o “corona-proof” che mi hanno aiutato a sentirmi a mio agio nella nuova città.
Ringraziamo Cecilia Bona, studentessa di Scienze Filosofiche presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, per la traduzione dell’intervista.