L’influenza dell’istruzione sulle nostre vite

Quando si parla di istruzione, non possiamo fermarci solo ad analizzare statistiche post-occupazionali e salariali. L’istruzione è molto più di questo, e ci sembra, o almeno speriamo, di averlo fatto passare nei nostri precedenti articoli. Quando parliamo di “istruire” una persona, parliamo di formarla a 360 gradi, non di certo riempirla di nozioni. Non siamo macchine, siamo uomini e donne. E c’è poco da fare, parte del modo in cui pensiamo, agiamo e viviamo è dato dal percorso di studi che abbiamo fatto.

Un’interessante studio dell’OCSE ha dimostrato l’esistenza di una forte correlazione tra istruzione e depressione, ovvero più l’istruzione di un individuo è alta, minore è il rischio che, in futuro, questo sia depresso. Parliamo di una percentuale del 2% di individui depressi con laurea e del 3% con diploma di scuola superiore. Il dato raddoppia se consideriamo individui con livello di istruzione più basso di quello superiore, arrivando al 6%.

Seppur si possono trovare correlazioni tra occupazione e depressione, dimostrando come le persone che hanno una migliore occupazione siano quelle meno depresse (e queste correlazioni sono state dimostrate), non possiamo fermarci a questo. In primo luogo perchè la ricerca dimostra come questa correlazione occupazione-depressione non sia esaustiva nello spiegare il fenomeno della depressione auto-riportata; in poche parole, la correlazione rimane anche se eliminiamo il fattore occupazionale. In secondo luogo perchè, come già riportato, non possiamo fermarci a considerare l’istruzione come mera rampa di accesso al mondo del lavoro. Il mondo della scuola (e dell’Università), dovrebbe aiutare gli studenti a capire come vivere la propria vita al meglio, ad analizzare i problemi e risolverli, a capire l’importanza di una vita “sana”, dal punto di vista fisico e sociale. E a quanto pare, in parte, questo sta fortunatamente accadendo.

Un esempio viene dalla rinomata Yale d’oltreoceano, dove il corso della Professoressa Laurie Santos ha avuto nel primo semestre oltre 1200 studenti, diventano il corso più popolare della storia dell’Università. Il corso si chiama “The Science of Well-Being” ovvero “La scienza del benessere” e, di fatto, insegna ad essere felici. La facoltà in cui questo corso viene insegnato non è importante, e non deve esserlo. Dobbiamo iniziare ad insegnare ai nostri studenti materie trasversali importanti per la loro vita, siano essi futuri ingegneri o biologi.

Visto il suo successo, il corso è stato anche offerto, gratuitamente, online. Lo trovate al link Coursera-The Science of Well-Being , accessibile previa registrazione.

Immagine: Janine Daddo, “On waves of love they sailed”

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