Mi trovo a leggere il “Rapporto sulla Conoscenza 2018” dell’ISTAT. Inizio il sotto-capitolo 3.6 sulla qualità dell’istruzione: la situazione non è delle migliori. Nelle tre competenze analizzate – matematica, scienze e letteratura – siamo ampiamente dietro tutte le altre maggiori economie europee. Personalmente, avendo conosciuto studenti da tutta Europa, avevo sempre reputato la loro conoscenza generale inferiore a quella di uno studente Italiano. Tuttavia, le mie sono opinioni, quelli dell’ISTAT dati.
Sorrido; scorrendo verso il basso leggo: ”INVALSI”. La statistica si basa sui risultati della rinomata quanto ignorata prova: tutto ha più senso ora!
È la preparazione dei quindicenni Italiani nell’affrontare un test standardizzato il problema, non i suoi contenuti. È come scrivere un tema di Italiano: non si tratta solo di cosa scrivi. Per migliorare lo stile dei nostri studenti e la velocità nel produrre un saggio, dedichiamo ore su ore all’insegnamento ed altrettante alla pratica. Affrontare un test standardizzato non è semplice; bisogna avere buona capacità di strutturazione del pensiero, velocità e chiarezza di ragionamento, strategia e gestione del tempo. Non solo non investiamo nella preparazione a questi test, ma non lo facciamo neppure per lo sviluppo del pensiero logico-razionale (e non crediate sia meno importante del tema di Italiano).
E se pensate sia masochismo, quello Italiano, non è così. Non abbiamo deciso di sottoporci ad una prova in cui non siamo bravi. A chiedercelo è il “PISA” dell’OCSE, e per fortuna. L’utilizzo di pre-employment test sta crescendo in tutta europa e, molto probabilmente, sarà un test quello a cui gli studenti verranno sottoposti per l’ingresso di Università Italiane ed estere, a determinare la loro eleggibilità a borse di studio per merito ed in alcuni paesi anche la possibilità di ricevere assegni di ricerca.
Ai docenti che criticano la validità e l’utilità del test, cito l’esempio Finlandese. Ampiamente riconosciuto come uno dei migliori sistemi educativi al mondo, quello Finlandese è secondo nella classifica del PISA. Con uno sforzo congiunto tra Ministero e corpo docente, hanno inoltre puntato al raggiungimento di una correlazione fortemente positiva tra risultato del test annuo europeo standardizzato e la media dei voti degli studenti, in modo da poter controllare la validità e correttezza del modello di assegnazione dei voti dei docenti, sia a livello specifico che nazionale.
In Italia no, l’astensionismo al test INVALSI arriva al 90% in alcune regioni ed è pratica osteggiata da insegnanti e genitori: non permettetevi di valutare la capacità di ragionare dei nostri ragazzi! Mi sai ripetere una versione di latino a memoria? 10! Sai riscrivere il capitolo di chimica parola per parola? 10! Non sai riconoscere qual è l’assunto fondamentale di un breve articolo di giornale? Fa lo stesso, non stare al loro gioco, vali più di un numero!
Per approfondire:
Rapporto Conoscenza Istat 2018: