Virtual rE.A.lity

La redazione di EA è andata alla ricerca di un sito da esplorare, questa è la loro storia.

A partire dallo scorso gennaio, una serie di riunioni regolari ha scandito la vita della nostra redazione. Con l’obiettivo di aggiornare la nostra linea editoriale, abbiamo concentrato tutte le nostre risorse e attenzioni su questo lavoro di pianificazione. La nostra riflessione si è concentrata sull’approccio che desideriamo adottare, sulle potenzialità della narrazione, sulla sperimentazione di nuove forme espressive, sulla combinazione di esattezza e spontaneità che desideriamo proporre, per discutere liberamente di formazione.

Nostro malgrado, questo ha richiesto lunghe riunioni virtuali, scambi di messaggi attraverso diverse piattaforme, e in un paio di casi estremi persino delle chiamate “analogiche”, senza video ma con la sola voce. 

Un regime tanto intenso di scambi virtuali ci ha imposto di confrontarci in modo critico con certi aspetti della comunicazione che fino ad allora ci erano parsi scontati.

Ad esempio, la maggior parte della redazione è dislocata geograficamente in modo improbabile: le traiettorie che hanno portato ciascuno di noi ad avvicinarsi ad Education Around non sono le stesse che ci hanno condotto a scegliere la città in cui viviamo. Per questo motivo l’associazione è sparsa a macchia di leopardo, perlopiù in Europa ma non solo.

Oltre a questo, l’esperienza dei limiti imposti dagli strumenti con cui comunichiamo ci ha imposto di riflettere sugli stessi limiti che si frappongono però tra gli autori e il pubblico dei lettori. Se la redazione è sparsa in modo quasi casuale per il mondo, chi ci legge lo è ancora di più. In quel caso l’unico canale di comunicazione a nostra disposizione è quello veicolato dal nostro output creativo, e soprattutto le piattaforme social che si affiancano al nostro podcast e al blog stesso.

Itinerari digitali

In un contesto simile, Itinerari Culturali si trova davanti alla sfida accattivante e forse impossibile. Fra tutte le persone coinvolte in questo progetto, una comunità costituita sia da chi scrive sia da chi legge, abbiamo scoperto distanze geografiche grandi come distese di terra incognita su una mappa piena di spazi vuoti. Sinora abbiamo tentato di riempire questi spazi, fornendo degli itinerari già esplorati da noi a tutti coloro che volessero tentare un percorso simile. Si è trattato di una esperienza appassionante, che ha generato un vivace dialogo e ha incoraggiato una discussione fruttuosa, e che ora però passa ad una nuova fase.

Le nostre proposte precedenti erano, per così dire ‘individuali’, legate al percorso fatto dai singoli autori, e si trattava di percorsi di viaggio che i lettori, anch’essi singolarmente, potevano intraprendere.

La nostra esperienza di produzione collettiva della conoscenza tramite il veicolo della comunicazione digitale ci ha in qualche modo suggerito un approccio diverso. Con questo nuovo progetto desideriamo tracciare un itinerario esplorativo, che ricalchi il nostro processo di pianificazione e scrittura, e ci permetta di creare qualcosa di nuovo attraverso un lavoro veramente interdisciplinare e collettivo.

Questa rubrica è nata perché ci incuriosisce il modo in cui l’arte ci educa, ci prende per mano, ci stupisce, ci fornisce nuovi strumenti di comprensione e apre le più disparate riflessioni. Ci incuriosisce perché è fondamentalmente diverso il modo in cui lo fa, anche tra persone che condividono la stessa società, cultura, visione del mondo. Questa estrema diversità, e ancor più a volte l’inaspettata somiglianza di certe intuizioni, ci porta a voler sperimentare con metodo quasi scientifico questo fenomeno.  

Desideriamo attivare la rubrica proponendo una serie di articoli che permettano alla redazione e al pubblico di cimentarsi in questo esperimento, rendendolo partecipativo e stimolante. Non procediamo per varietà, come fatto sinora, ma scendiamo in profondità, creando un dialogo continuativo con un oggetto artistico. Abbiamo scelto per interesse una mostra d’arte e cercato di selezionare un tema che risultasse interessante a noi e che potesse catturare anche l’interesse dei nostri lettori, che a loro volta possano dare un prezioso contributo allo studio in essere.

Da tempo infatti abbiamo maturato il desiderio di visitare insieme, redazione e lettori, lo stesso museo. Il nostro obiettivo è stato quello di individuare un’esposizione accessibile a tutti. Il confronto con i mezzi di comunicazione digitale si è rivelato fruttuoso proprio perché ci ha indicato il percorso ideale da seguire per attuare concretamente questa nuova linea esplorativa.

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La nostra scelta è ricaduta sull’arte digitale. Un’esplorazione delle sue potenzialità ci è parsa il modo ideale di permettere alla redazione di cooperare su un progetto comune in un luogo virtualmente identico eppure accessibile da ovunque. Anziché unire i puntini che le esperienze personali ci permettono di segnare sulla mappa, il supporto digitale ci permette aggirare le distanze fisiche e di trovare un rimedio alla delocalizzazione geografica.

Proprio per questo motivo, anche la forma di questo particolare Itinerario sarà diversa dalle altre. Anziché produrre una rassegna di autori diversi o selezionare una antologia di opere d’arte digitale, nelle successive uscite della rubrica procederemo secondo l’andamento di fughe e ripetizioni. Una singola esposizione farà da tema del nostro itinerario, e di autore in autore, di collaborazione in collaborazione, la esploreremo facendo emergere in ciascun articolo una variazione diversa di quello che l’arte dice e insegna a ciascuno, e tramite queste riflessioni personali, a tutti. 

Un testo fondamentale che ci ha suggerito questo modo di procedere è stata l’opera Editoriale, che fa da manifesto all’esposizione Museo per l’immaginazione preventiva – Editoriale. Questo testo è una raccolta di alcune voci fondamentali del panorama italiano sul tema dell’incontro con le esposizioni d’arte, in cui si varia su un unico tema in modo simile a quello che desideriamo proporre nelle prossime uscite di questa rubrica. 

Per continuità con le proposte precedenti di Itinerari abbiamo scelto una fondazione d’arte. Questo rimane il nostro interlocutore privilegiato, per la varietà di offerta culturale e per l’affinità di fondo con la nostra impostazione interdisciplinare e divulgativa del sapere. 

Inoltre, abbiamo deciso di proporre una fondazione di arte digitale che propone e offre accesso libero alle opere dei propri artisti proprio perché, ancora più che per i musei, il confronto con l’arte digitale oggi impone una riflessione non solo sulle opere, ma anche sulla loro origine, sulla piattaforma che le ospita, sul mercato nel quale si inseriscono e l’impatto che tutte queste variabili hanno sull’arte stessa e l’incontro con essa. Si tratta di tematiche che non sono nuove ad Education Around, che in passato ha già riservato una particolare attenzione al tema della digitalizzazione.

Anche quando si parla di digitale, la forma è sostanza. Desideriamo intraprendere un percorso votato alla condivisione del sapere: una piattaforma che trasforma i propri artisti in content creator più o meno redditizi non sarebbe adatta a noi. 

Per questo motivo la scelta è ricaduta sul MoCDA. Si tratta di una realtà in crescita, che fa da intermediario fra artisti e pubblico cercando di valorizzare le sperimentazioni dei più giovani creativi senza perdere di vista la storia dell’arte digitale, ed è una storia più lunga di quanto si pensi.

Ora è impossibile sapere dove condurrà questa esplorazione, ma è arrivato comunque il momento di partire. Dovunque siate, seguiteci e viaggiate con noi.

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