Insegnare a pensare altrimenti, il model based reasoning

Quando qualcuno dice che la scuola deve insegnare a pensare solitamente intende dire che le appartiene il ruolo di educare gli studenti a pensare con la propria testa, ovvero in modo autonomo e critico. Ciò è di certo un obiettivo primario e fondamentale – da considerarsi mai del tutto conseguito – ma se ne potrebbero pensare altri ad esso complementari.

Ad esempio nel Next Generation Science Standard– un documento statunitense redatto nel 2013 che prevede la collaborazione interstatale tra scuole al fine di attuare metodi didattici innovativi –tra gli otto obiettivi fondamentali per imparare e insegnare le materie scientifiche troviamo elencato il cosiddetto model-based reasoning.

Il model-based reasoning, ragionamento basato su modelli, grafi e simulazioni è studiato in AI e in scienze cognitive, ha come scopo di comprendere come pensiamo quando pensiamo attraverso la manipolazione di immagini mentali o di oggetti fisici. Secondo la teoria del MBR parte della computazione, cioè dello sforzo mentale per risolvere un problema può essere evitato facendo in modo che sia in un certo senso esternalizzata su un mezzo esterno. O per dirla diversamente il modo in cui viene fatta la domanda, il modo in cui vengono disposte le informazioni, modifica la difficoltà del problema stesso. Non a caso 123 x 27,7 è più facile da fare su carta, cioè manipolando segni su un supporto fisico, che a mente. Oltre al valore didattico il MBR ha anche forza euristica: sembra essere un buon modo di trovare soluzione alternative, guardando allo stesso problema da una prospettiva diversa.

Un passo classico a riguardo può far da esempio: si trova nel dialogo platonico il Menone dove Socrate per dimostrare che apprendere è ricordare, attraverso l’uso di disegni sulla sabbia porta un servo a risolvere un semplice problema geometrico¹ che in precedenza non era riuscito a risolvere. Un altro esempio, questo contemporaneo,  si può ritrovare nella metodologia del geniale fisico Richard Feynman, ricordato come sempre intento a disegnare mentre pensava e suggeritore di un metodo anarchico, nello spirito del basta che funzioni. Si legge infatti in un’intervista rilasciata alla BBC: «La mia teoria è che il modo migliore per insegnare (sta commentando la sua esperienza da professore ndr) è di non aver filosofia, cioè essere caotici e mescolare nel senso che usi tutti i modi possibili in cui una cosa può essere fatta»².

Il model-based reasoning indaga quindi strategie cognitive che ognuno di noi utilizza in modo più o meno consapevole allo scopo di renderle esplicite e fruibili nella convinzione che tenere a mente il modo in cui funziona la nostra mente, per facilitarla nell’apprendimento possa essere l’asso nella manica sia di un buon professore che di un buon studente.

¹Il problema è il seguente: Se un quadrato ha un lato di 2 piedi quanti piedi misura il lato di un quadrato la cui area è il doppio di quella del primo quadrato. Istintivamente il servo risponde quattro, attraverso dei disegni tracciati sulla sabbia Socrate gli mostra che si sbaglia e lo conduce maieuticamente alla soluzione.

²Feynman, Il piacere della scoperta.  

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