Quando si parla di istruzione e formazione si chiama in causa il contesto socio-culturale nonché socio-economico. I primi mesi di vita sono fondamentali per lo sviluppo del bambino e la sua condizione risulta essere immediatamente sociale come ci ricorda Vygotskij (O. Liverta-Sempio, 2011, pp. 81-85). Immerso in un contesto sociale, circondato da persone e da norme che lo investono e ne fanno un oggetto che co-emerge con l’ambiente stesso. Dunque l’influenza che si ha sul bambino è data da come il contesto sociale si presenta e si evolve, da come favorisce o ritarda lo sviluppo psichico – il solo ambiente svantaggiato può costare 12 mesi di ritardo rispetto ai coetanei cresciuti in ambiente favorevole secondo il Center for Longitudinal Studies – nell’operazione di esplorazione e conoscenza del soggetto che cresce.
Le condizioni esterne al bambino, dunque, devono porsi come fondamentali oggetti di studio e ricerca per avere un quadro sociologico che renda conto degli effetti psicopedagogici che riscontriamo successivamente. La materialità storica ivi si propone principalmente come l’insieme di rapporti sociali e dinamiche socio-economiche. Questo è il punto di partenza involontario ed eteronomo che va ad influenzare – in certi casi ad infettare – lo sviluppo nel ciclo di vita.
Difatti si consideri l’ambiente in cui si è cresciuti prendendo visione della condizione politica, sociale ed economica nonché familiare.
«Uno dei maggiori problemi che affliggono le scuole britanniche è il divario tra ricchi e poveri, l’enorme disparità dell’ambiente familiare dei bambini, nonché del capitale sociale e culturale che essi portano con sé nel proprio percorso formativo» (M. Benn, F. Millar, 2006, p. 23.)
Da questo estratto possiamo osservare l’introduzione del discorso delle diseguaglianze e della sperequazione dei redditi. Già dal punto di vista pedagogico si assume la condizione di disparità poi prolungata e corroborata nel percorso di formazione. Se dai contesti più agiati si notano una maggior attenzione al valore dell’istruzione, migliori rendimenti e conseguimento di risultati in ambito scolastico e lavorativo, dalle classi sociali più povere si ha invece una sorta di immunità all’influenza dell’ambiente scolastico anche trattandosi di uno efficiente proprio dei paesi sviluppati (R. Wilkinson, K. Pickett 2012).
La trasposizione del danno inferto dalla sperequazione dei redditi si nota anche nel rendimento degli studenti. A questo riguardo un supporto ci è dato dall’indagine Pisa (Programme for International Student Assessment) svolta dal 2000 attraverso test standard a studenti di quindici anni di 43 paesi. Ove vi è maggior diseguaglianza socio-economica si ottengono peggiori risultati oltre ad un alto tasso di abbandono scolastico che solo nei 50 stati degli Usa arriva ad essere più di un quarto (R. Wilkinson, K. Pickett, 2006; R. Wilkinson, K. Pickett, 1965-1978).
Il discorso non è legato alla povertà ma alla diseguaglianza e al divario più o meno ampio in termini di redditi. Il dato ci è offerto anche dall’International Adult Literacy Survey in merito ad una ricerca che mette confronto i paesi con più alto tasso di sperequazione dei redditi (Stati Uniti e Regno Unito) assieme a quelli con minor tasso di diseguaglianze (Finlandia e Belgio). I rendimenti ottenuti puntano l’indice sulla condizione diseguale e polarizzata dei paesi sviluppati con maggior divario tra ricchi e poveri (R. Wilkinson, K. Pickett, 2012).
Il discrimine, dunque, è dato dal livello di capitale sociale e dalla forza del proprio stato sociale. L’epidemiologo Siddiqi ce lo dice anche a livello storico, riguardo ai paesi con un passato sociale di carattere fortemente assistenziale (A. Siddiqi, I. Kawachi, L. Berkman, S.V. Subramanian, C. Hertzman, 2007).
Immagine di copertina: Eugene Delacroix (1830), La liberté guidant le peuple.
BIBLIOGRAFIA
Benn, F. Millar, A Comprehensive Future: Quality and equality for all our children, Compass, London 2006.
Center for Longitudinal Studies, Disadvantaged Children up to a Year Behind by the Age of Three, Institute of Education, London 2007.
Liverta Sempio (a cura di), Vygotskij, Piaget, Bruner. Concezioni dello sviluppo, Raffaello Cortina Editore, Milano 2011.
Siddiqi, I. Kawachi, L. Berkman, S.V. Subramanian, C. Hertzman, Variation of socioeconomic gradients in children’s developmental health across advanced capitalist societies: analysis of 22OECD nations, “International Journal of Health Services”, 37, 2007.
Wilkinson, K. Pickett, Health inequalities and the UK Presidency of the EU, “Lancet”, 367, 2006, 9517.
Wilkinson, K. Pickett, The problems of relative deprivation: why some societies do better than others, “Social Science Medicine”, 65, 2007, 9.
Wilkinson, K. Pickett, La misura dell’anima. Perché le diseguaglianze rendono le società più infelici, Universale Economica Feltrinelli, Milano 2012.