L’educazione inclusiva parte anche dai soldi

Una introduzione all’alfabetizzazione ed all’educazione finanziaria

Quando si parla di educazione inclusiva non si può non parlare di educazione finanziaria. Avere accesso a questi temi significa poter beneficiare dei servizi che ne derivano e, di conseguenza, avere opportunità sociali di qualsiasi tipo.

In una società sempre più sviluppata dal punto di vista imprenditoriale, tecnologico, con un approccio alla scuola e all’istruzione diverso, ed un mercato del lavoro in continuo divenire, un’educazione che proceda soltanto per discipline sembra non essere più sufficiente.

Nel 2020, la media di alfabetizzazione finanziaria degli italiani era distinta da un punteggio dell’11,2, nel 2017 di 11, mostrando una crescita solo dello 0,2 in tre anni. Questo studio si era basato su una scala di punteggio da 0 a 21, con risultato la somma dei punteggi, e su tre elementi cardine: le conoscenze, i comportamenti, e le attitudini nei confronti di materie finanziarie. Ricevere un’educazione non prettamente canonica, includendo nozioni di carattere economico, sembra risultare sempre di più un elemento fondamentale per vivere bene, per avere accesso a servizi ed opportunità sociali, per avere successo nel mondo del lavoro e raggiungere uno stile ed un tenore di vita dignitosi. Risulta molto chiaro che non si stia facendo abbastanza.

Che cosa si intende con alfabetizzazione finanziaria?

Sicuramente non bisogna farsi ingannare dal termine, infatti non si tratta di questioni finanziarie in senso stretto. L’alfabetizzazione, e l’educazione, finanziaria racchiudono un ampio spettro di tematiche che ruotano intorno alla gestione dei soldi, al risparmio, agli investimenti, all’aprire un conto in banca, ad utilizzare il proprio capitale. 

È un insieme di conoscenze relative alla gestione di materie finanziarie, di credito e di debito necessarie ad ognuno per prendere decisioni finanziariamente responsabili, cioè decisioni che sono fondamentali per la vita quotidiana ed indispensabili per fare scelte consapevoli dal punto di vista economico.  È importante mettere in luce e dare spazio a questo tema considerando l’impatto della conoscenza, o ignoranza, rispetto a questioni economiche: l’effetto è significativo in entrambi i casi. 

Le conseguenze delle proprie scelte, dalla gestione del budget familiare alla destinazione delle vacanze, dal pagamento delle bollette al cenare al ristorante regolarmente, hanno un effetto sulla propria persona ma anche sulla propria famiglia, nel caso vi fosse e dipendesse dal reddito dei genitori. Di conseguenza, è evidente che bilanciare il proprio budget, comprare una casa, pagare l’educazione dei propri figli, assicurarsi una quota per il proprio mantenimento durante la pensione siano decisioni che vanno prese con coscienza e conoscenza delle proprie finanze e opportunità a disposizione. 

Al contrario, infatti,  una mancanza o assenza di alfabetizzazione finanziaria e conoscenza di base di materie economiche può avere effetti negativi che possono andare da un investimento sbagliato, alla perdita di capitale o, in casi estremi, debito nei confronti di terzi o istituzioni pubbliche.

Per questo motivo è rilevante l’idea di lifelong learning, ovvero l’educazione durante tutto l’arco della vita, volontaria e auto-motivata. L’alfabetizzazione ed educazione finanziaria sono, infatti, materie in continuo divenire, che si adattano ai vari momenti della vita di ognuno, rispondendo a diverse esigenze.

Senza inclusione non vale 

Ritornando al titolo di questo articolo, è doveroso evidenziare che un’istruzione su materie economico-finanziarie sia fondamentale per tutti, dato che, come l’istruzione in generale, se non è mirata a coinvolgere ogni ragazzo e ogni ragazza, in qualsiasi Paese, rimane solo parzialmente utile per il progresso e lo sviluppo socio-economico globale.

Se si garantisce accesso a risorse e conoscenze su questi temi solo ad alcuni Paesi, ad esempio a quelli maggiormente sviluppati o economicamente avanzati, o ad alcuni gruppi di persone, in base all’età o al genere, è altamente probabile che si otterranno conseguenze negative. 

In primo luogo, sorgeranno nuove disuguaglianze in termini di conoscenze, che si trasformeranno in disuguaglianze sociali, dato che la correlazione tra conoscenza e accesso ai servizi è diretta. In una società sempre più complessa, comprendere ogni elemento di questioni riguardanti investimenti, criptovalute o fondi pensionistici risulta molto più difficile e dispendioso in termini di energie e tempo. Tuttavia sono decisioni importanti da affrontare, che richiedono una conoscenza della materia tale che siano prese con cognizione di causa. 

In secondo luogo, qualora vi fosse una distinzione per Paese, il gap tra stati in via di sviluppo e stati economicamente sviluppati e stabili sarebbe ancora più considerevole. 

Di conseguenza, l’accesso all’educazione finanziaria non solo sarà esclusivo, ma anche controproducente. Sotto questo profilo, uno studio ha rilevato che queste disparità sono già percepibili e accentuano questioni etniche: ad esempio gruppi caucasici e asiatici dimostrano di avere competenze molto più elevate di persone nere o ispaniche che hanno risposto ai sondaggi. Essere inclusivi significa quindi anche dare valore a questo tema e implementare una situazione che favorisca l’accesso e l’apprendimento di tutti.

Da dove cominciare 

La questione più urgente da affrontare è, dunque, capire come poter far affrontare questo tema a gruppi di persone diverse, le quali, in base a proprio background, avranno bisogni e capacità di comprensione distinte. In generale, considerando la complessità del tema verrà spontaneo chiedersi come è più utile approcciarsi, dove trovare risorse e informazioni e come agire per promuoverlo.

È stato dimostrato che in alcuni casi la semplice introduzione di lezioni di alfabetizzazione economica nei licei ha portato ad effetti significativamente positivi. Un primo studio, portato a termine negli USA negli anni ‘70, ha rivelato che, a distanza di circa 10 anni, coloro che avevano seguito lezioni di educazione finanziaria dimostravano di avere conoscenze più approfondite e di aver preso decisioni economicamente lungimiranti rispetto a coloro che non erano stati inclusi nell’esperimento.

Un’altra ricerca, più vicina sia in termini di tempo che di luogo ha mostrato simili risultati. Infatti, nel 2007, il MIUR ha avviato un progetto sperimentale in diverse classi di diverso livello, ottenendo un feedback positivo, anche se potenzialmente non sufficiente per renderlo un percorso da inserire in tutte le scuole come materia curriculare.  

Sia l’alfabetizzazione che l’educazione economica possono essere incentivate  anche tramite associazioni ed eventi. Una delle più grandi organizzazioni che promuove l’importanza dell’alfabetizzazione finanziaria è l’OECD, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, la quale ha pubblicato numerose linee guida specifiche e dettagliate, tra le quali “Perchè l’Educazione finanziaria è importante?”, documento che fornisce un’opinione chiara e diretta. 

Recommendation on Principles and Good Practices for Financial Education and Awareness” include, invece, una serie di consigli per istituzioni governative e finanziarie con lo scopo di semplificarne e velocizzarne l’implementazione. I principali suggerimenti racchiusi sono:

  • L’educazione finanziaria dovrebbe partire dalla scuola, così che le persone siano educate il prima possibile;
  • I programmi di educazione finanziaria dovrebbero concentrarsi in particolare su aspetti importanti di life planning, come i risparmi, i debiti, le assicurazioni e le pensioni;
  • I governi e i principali investitori dovrebbero promuovere un’educazione finanziaria imparziale, giusta e coordinata.

Il terzo suggerimento si collega precisamente al focus di questo articolo, l’alfabetizzazione e l’educazione per tutti non sono solo un diritto ma anche un dovere civico per il progresso della collettività. Promuovere questi temi in tutte le scuole e a tutte le categorie, e non solo a dei campioni per degli studi, dovrebbe essere quindi una priorità di ogni Paese.

Per quanto riguarda la promozione tramite eventi, la World Investor Week è sicuramente la più rilevante. Questa iniziativa si conclude con la Giornata Mondiale del Risparmio e si tiene nel mese di Ottobre. Uno degli organizzatori principali è l’Organizzazione Internazionale delle Commissioni sui Valori Mobiliari, che ha lanciato questo evento nel 2018. Gli obiettivi di questa settimana sono sensibilizzare persone di qualsiasi età rispetto all’importanza della gestione dei propri soldi e promuovere altri eventi ed associazioni che organizzano corsi, workshops e attività sul tema per la creazione di un network globale. Durante questa settimana ci sono anche diversi investitori, esperti di educazione e di materie economico-finanziarie a disposizione per consulenze, formazione, consigli e seminari.

Conclusioni

Questa breve introduzione al tema dell’alfabetizzazione economica vuole essere uno spunto di riflessione rispetto ad un settore dell’educazione che spesso viene messo in secondo piano da materie più canoniche e classiche. 

Come si vede dai dati raccolti negli scorsi anni l’Italia e l’alfabetizzazione finanziaria degli italiani è molto indietro rispetto alla media europea e mondiale, per questo occorre agire. Occorre inserire questo tema nelle scuole, nelle ore di educazione civica ad esempio, per poter permettere agli adulti del domani di sapere cosa affronteranno, conoscere le loro possibilità e scegliere quella che per loro è la più giusta. Una buona educazione può cambiare le cose e la scuola deve essere in prima linea in questo processo.

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