Didattica e formazione a distanza.

La necessità di un approccio progettuale per uscire dalla logica dell’emergenza e dell’improvvisazione.

di Irene Gallo

In questo articolo si intende affrontare il tema dell’impatto della pandemia da Covid-19 sul settore dell’educazione, dell’istruzione e della formazione professionale attraverso una visione critica. In particolare si vuole sostenere la tesi che le scelte intraprese sul piano educativo e formativo dovrebbero essere parte di un approccio più ampio di tipo progettuale permeato dalla visione della formazione come processo. Il prolungarsi e l’aggravarsi negli ultimi mesi dell’emergenza sanitaria ha posto la necessità di implementare le attività didattiche delle scuole secondarie di secondo grado e del sistema di formazione professionale per gli adulti esclusivamente da remoto nelle modalità di Didattica a Distanza (DAD) e Formazione a Distanza (FAD) apportando così dei drastici cambiamenti sul piano sociale.

Progettare la DAD e la FAD secondo un approccio adhocratico alla progettazione formativa

Se nei primi mesi della pandemia si sono adottate misure da una logica tipicamente emergenziale che ha visto effettuare una serie di improvvisazioni per colmare profonde lacune di fronte ad una situazione che ha preso tutto il mondo alla sprovvista, ciò che si vuole sostenere in questo lavoro è il fatto che in questa fase sarebbe importante uscire dalla logica emergenziale per adottare delle scelte e delle strategie in materia di DAD e FAD che seguano un approccio sistemico con alla base una logica di progettualità e lungimiranza. Sarebbe importante, quindi, includere queste metodologie all’interno di un approccio progettuale divenendo, così, delle strategie formative opportunatamente ragionate e pensate che facciano parte di un impianto complesso di progettazione formativa che segua un approccio adhocratico, ossia contingente alla specifica situazione contestuale e ai fabbisogni formativi degli attori protagonisti (docenti, discenti, destinatari indiretti, ecc., ecc.). Progettare la DAD e la FAD secondo questo approccio elaborato da Domenico Lipari, quindi, significa intraprendere delle azioni tecniche e porsi una serie di quesiti nella fase di preparazione legati principalmente alle caratteristiche e ai fabbisogni formativi dei soggetti protagonisti e ai prerequisiti utili affinchè queste metodologie siano effettivamente efficaci e significative.

Per realizzare la DAD e la FAD non basta solo un PC e una connessione Internet

All’interno di quest’impianto progettuale, infatti, sarebbe importante domandarsi se i discenti e i docenti hanno le competenze digitali di base necessarie affinchè la DAD e la FAD siano delle strategie didattiche efficaci. Per ottenere ciò è fondamentale implementare a monte lo studio e la conoscenza delle principali caratteristiche di come funziona il processo di apprendimento. Questo deve sapersi adattare a seconda che i soggetti protagonisti siano ragazzi delle scuole superiori o adulti di qualsiasi professione ed estrazione sociale. In maniera analoga è fondamentale essere consapevoli che la DAD o la FAD non possono seguire le stesse modalità delle attività didattiche in presenza in quanto, ad esempio, le soglie dell’attenzione hanno tempi diversi se si è di fronte ad uno schermo e si ha uno strumento fisico che separa il discente dal contesto reale di apprendimento. Per queste motivazioni la formazione implementata in queste modalità dovrebbe essere progettata specificamente in base alle contingenze, quindi secondo un approccio adhocratico, della situazione e delle mutate condizioni spazio-temporali create dall’utilizzo di una piattaforma digitale.

La ricerca educativa e sociale: uno strumento per rendere la DAD e la FAD effettivamente rispondenti alle esigenze formative e contestuali

Per uscire dalla logica emergenziale, pertanto, sarebbe necessario progettare intenzionalmente la DAD e la FAD coerentemente agli obiettivi formativi da promuovere secondo una visione processuale e trasformativa della formazione. In quest’ottica, quindi, i professionisti della progettazione educativa e formativa devono avere e agire delle competenze non solo di tipo didattico ma anche legate alla metodologia della ricerca. A tal proposito si potrebbe adottare un approccio alla progettazione di tipo euristico che valorizzi il ruolo della ricerca per conoscere i principali fabbisogni formativi da soddisfare e le caratteristiche del contesto sociale più ampio. Questo approccio attribuisce particolare importanza al percorso da intraprendere per perseguire una meta generale le cui traiettorie sono “gettate” attraverso un processo di ricerca con il quale si potrebbero definire obiettivi specifici, interventi e strumenti coerenti con le peculiarità della situazione formativa. Ciò permetterebbe di creare un terreno fertile nel quale implementare DAD e FAD effettivamente corrispondenti alle reali esigenze formative e competenze degli attori protagonisti.

Il ruolo della valutazione secondo un approccio processuale

All’interno di quest’impianto progettuale, poi, non può assolutamente mancare il ruolo della valutazione che non può esaurirsi ad una mera misurazione dei risultati rispetto agli obiettivi prefissati ma deve anch’essa assumere una dimensione processuale all’interno di un sistema più complesso che preveda una valutazione ex-ante, in itinere ed ex-post. In questa logica, quindi, sarebbe interessante prevedere un monitoraggio durante l’implementazione dei percorsi di apprendimento in DAD e FAD raccogliendo una serie di dati in modo da costruire delle “piste” fondate empiricamente a cui fare riferimento per costruire repertori di best practices da cui partire per progettare ulteriori percorsi in DAD e FAD.

La DAD e la FAD: non sostituzione ma integrazione della didattica e della formazione in presenza

La tesi che si è voluta supportare in questo articolo, pertanto, si è focalizzata sull’importanza di affrontare le sfide che la pandemia Covid-19 ha posto in termini educativo-formativi uscendo dalla logica dell’emergenza e dell’improvvisazione bensì adottando una forma mentis ed un approccio di intervento di tipo progettuale all’interno del quale tenere integrati una serie di aspetti secondo una logica sistemica che permetta di individuare soluzioni lungimiranti ed efficaci da un punto di vista formativo in grado di sviluppare ed incrementare obiettivi di apprendimento, quindi competenze. In questo modo, pertanto, si potrebbero porre le basi per implementare un sistema di DAD e FAD parallelo alla didattica e alla formazione in presenza che potrebbe apportare dei benefici anche in termini di riduzione delle disuguaglianze e di adattamento alle trasformazioni che interesseranno la società mondiale.


Fonti

Lipari D., (2009). Progettazione e valutazione nei processi formativi. Roma: Edizioni Lavoro.

Leone L., Prezza M., (2003). Costruire e valutare i progetti nel sociale. Manuale operativo per chi lavora su progetti in campo sanitario, sociale, educativo e culturale. Milano: Franco Angeli.

Alessandrini G., (2016). Nuovo manuale per l’esperto dei processi formativi. Milano: Carocci.

Ranieri, M. (2020). La Scuola dopo la DaD. Riflessioni intorno alle sfide del digitale in educazione. Studi sulla Formazione/Open Journal of Education, 23(2), 69-76.

https://www.treccani.it/magazine/agenda/articoli/istituzioni/iacovelli_DAD.html

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