Reti alumni per un’università aperta e dialogante

Oltre a permettere di consolidare il senso di appartenenza all’istituzione universitaria anche dopo il completamento degli studi, la creazione di reti alumni contribuisce a produrre una serie di esternalità positive nel mondo del lavoro e nell’intera società. Si tratta di un tema su cui il dibattito accademico deve ancora maturare ed affinarsi, ma ciò non impedisce di individuare due principali benefici.

Perché sono importanti le reti alumni?

In primo luogo si è riscontrato che lo sviluppo di alumni network solidi e strutturati contribuisce in maniera decisiva al rafforzamento dei cosiddetti cluster globali di innovazione, come quello della Silicon Valley. Jerome Engel, studioso dei sistemi imprenditoriali e innovativi, in una sua ricerca del 2015 ha infatti messo in luce l’importanza le associazioni alumni presenti nel contesto del cluster tecnologico californiano, soffermandosi soprattutto sulla loro capacità di mantenere vivi i legami degli studenti e dei lavoratori internazionali con le realtà accademiche ed imprenditoriali nei loro rispettivi paesi d’origine. In questo senso le reti alumni diventano un importante strumento per coltivare relazioni professionali e culturali ed è, secondo Engel, proprio la preservazione di questa diversità a rendere unico il cluster californiano.

Dal rafforzamento delle reti alumni emerge un secondo grande beneficio in termini di interazione del sistema ateneo con il resto della società. Gli ex studenti possono infatti svolgere un ruolo essenziale nell’ampliare il raggio d’azione delle attività divulgative promosse dall’università. 

Divulgazione, orientamento, trasformazione produttiva delle conoscenze e dibattito pubblico: sono queste le attività che vengono ricondotte al concetto di ‘Terza Missione’. Le reti alumni, con la loro capacità di mantenere aperto un canale di dialogo con il resto della società, possono essere determinanti per il successo delle attività di divulgazione e disseminazione delle conoscenze. Il canale con gli alumni consente infatti all’ateneo di avere un flusso di saperi e competenze a doppio senso: non solo divulgare il sapere accademico ad un pubblico più vasto, ma anche tastare il polso alla società cogliendo nuovi fenomeni e tendenze. Basti pensare quanto può essere importante per una facoltà di management rimanere al passo con gli ultimi sviluppi nel mondo della gestione aziendale.

Reti alumni in Italia: che cosa ci dicono i Ranking di EA?

Dati i notevoli benefici generati da una buona rete alumni, Education Around ha deciso di includere questo criterio tra i fattori che determinano i punteggi delle università nei Ranking 2021. Pur non essendo il più incisivo dei criteri considerati, il fatto di avere una rete alumni ottimamente strutturata può essere decisivo per portare un ateneo verso il podio della classifica. Si tratta di una tendenza che riguarda sia i corsi di laurea triennale sia quelli magistrali. Per quanto concerne i corsi magistrali, vale la pena menzionare il caso delle lauree magistrali in economia, dove le università con un punteggio più alto nel criterio ‘Alumni’ (Università di Bologna e Ca’ Foscari di Venezia) si collocano rispettivamente al secondo e al quarto posto. Da notare anche il ranking delle lauree magistrali in architettura, dove a raggiungere il podio sono proprio quegli atenei che hanno più a cuore il consolidamento delle reti alumni, ovvero l’Università IUAV di Venezia (1° posto) ed il Politecnico di Torino (2° posto). Ad eccellere in termini assoluti nel criterio ‘alumni’ sono i corsi di laurea magistrale dell’Università di Bologna e della Sapienza, confermato dal fatto che i loro punteggi in quel criterio non scendono sotto alla soglia di 90/100 se non per alcune classi disciplinari (una sola nel caso dell’ateneo bolognese e tre nel caso della Sapienza). Tuttavia, a parte alcune realtà d’eccellenza, nel panorama degli atenei italiani rimangono ampi margini di miglioramento.

Come migliorare?

Uno studio empirico realizzato nel 2017 ha dimostrato che è la qualità delle relazioni tra lo studente e l’università (intesa sia come istituzione sia come personale accademico) a determinare il coinvolgimento partecipativo e la fedeltà del primo rispetto alla seconda. In parole semplici, se lo studente percepisce il proprio ateneo come un luogo aperto e pronto ad ascoltare le sue esigenze, sarà portato a impegnarsi maggiormente in attività promosse dall’istituzione universitaria. Ragionando in ottica di fidelizzazione, questa proattività partecipativa dello studente, se adeguatamente stimolata, potrà rimanere anche dopo il conseguimento del titolo, permettendo così di consolidare la rete alumni. Spendersi per un’università che sappia dialogare con i suoi studenti e comprenderne le necessità non è quindi un mero auspicio, ma deve piuttosto essere inteso come un investimento sul futuro. 

Casi di successo di reti alumni ‘nate dal basso’

Il panorama nazionale ed europeo di associazioni di ex studenti è molto variegato ed è difficile stabilire se ci sia un modello ideale. A prima vista si può però tracciare una distinzione tra le reti alumni promosse dagli stessi atenei e quelle realtà associative che invece nascono in forma più spontanea da organizzazioni studentesche. Tra le prime si possono citare, ad esempio, la ‘Bocconi Alumni Community’, ‘NoiSapienza Alumni’ o le Associazioni ex allievi delle Scuole Superiori Sant’Anna e Normale di Pisa. Dall’altro lato vale la pena ricordare che alcune associazioni alumni nate dal basso si sono lodevolmente distinte per la loro intensa e costante attività. È il caso di ‘OpportuniSid’, l’associazione alumni dei laureati in Scienze Internazionali e Diplomatiche al campus forlivese dell’Università di Bologna, che è arrivata a farsi promotrice di un corso di formazione professionale gratuito finanziato dal Corpo Europeo di Solidarietà. Infine merita di essere menzionato il progetto ‘PiserPils’, nato dalla comunità degli ex studenti del corso in Philosophy, International and Economic Studies di Ca’ Foscari, che riesce a mantenere viva la comunità alumni svolgendo un eccellente lavoro di creazione e condivisione di contenuti su argomenti di comune interesse.

Fonti

I. Snijders, et al. (2020) Building bridges in higher education: Student-faculty relationship quality, student engagement, and student loyalty, International Journal of Educational Research, Vol. 100, 2020.

J.S. Engel (2014), Global Clusters of Innovation: Entrepreneurial Engines of Economic Growth around the World, Northampton, Edward Elgar, 2014.

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